Finito lo Storytelling Festival, ho voluto raccogliere una quote per ogni speaker salito sul nostro palco.
Spesso, quando si organizzano eventi, si parla di “alzare il livello”. E ci si riferisce, in maniera nemmeno troppo delicata, agli speaker. Vi confesso che i nostri speaker erano bravissimi anche lo scorso anno e quello prima ancora. Persino nella prima edizione di questo Festival, che aveva un nome diverso, erano perfetti. Li voglio ricordare e ringraziare: Andrea Fontana, Michele Dalai, Matteo Caccia, Rosanna Perrone, Matteo Pogliani, Vanessa Carmicino, Valentina Vellucci. Tutte persone che hanno dato fiducia a La Content quando era più un’idea che un’azienda. E che sono rimaste, in un modo o nell’altro, legate a noi.
Siamo noi, piuttosto, che abbiamo alzato il livello, noi che ci impegniamo a costruire giorno dopo giorno un evento che ha un carattere e una magia tutta sua e che oggi è riconosciuta, ha una sua cifra.
Scelgo, per raccontarla, le parole di Francesca Marchegiano:
Io arrivo a Bari e vado ormai anche in sonnambula all'Anche Cinema. Entro e vi cerco con gli occhi, e quando il tuo volto o quello di Cristiano o dei vostri collaboratori mi entra nello sguardo è come se si aprisse, a metà strada, la porta di casa.
Che mistero, perché poi passano 364 giorni di altri volti e altri mondi, eppure la magia accade sempre, sempre uguale, sempre nitida. Grazie per essermi casa, che avere una casa ogni giro intorno al Sole è una fortuna rara.
Puoi portare chi vuoi sul palco, ma il clima e la temperatura dipendono da te. Ricorderò questa edizione dello Storytelling Festival come quella più coraggiosa, e su questo non ho dubbi. Il coraggio di aver aperto con una ragazza di 13 anni Aurora, che sarà speaker dell’edizione 2034 (e, di questo, potete stare certi); il coraggio di Naoise Dolan, irlandese, che ha fatto il suo speech in italiano; il coraggio di parlare di attivismo con Giulia Blasi, Ilaria Gaspari e Takoua Ben Mohamed; il coraggio di aprirsi alla sessualità e al linguaggio inclusivo con Norma Rossetti di Mysecretecase; il coraggio di chi - WeRoad - ha investito nel settore dei viaggi creando incredibilmente qualcosa che non c’era; ma anche quello di decidere di non invitare il mio (ex) scrittore preferito perché non ha mai menzionato la Palestina nei suoi ultimi discorsi. Il coraggio - ancora - di chi si è fatto più di mille chilometri per venire a Bari e delle tantissime persone che hanno già comprato il biglietto per la prossima edizione senza nemmeno sapere chi ci sarà sul nostro palco. Perché in fondo non importa, il coraggio è fratello gemello della fiducia.
Sono colmo di gratitudine verso tutte le persone che in questi giorni ci hanno ringraziato per aver portato in scena uno spettacolo di formazione che ha unito sotto il grande cappello delle storie il business, la cultura, l’attivismo, la filosofia, i dati (grazie Donata Columbro) la scienza, il design (Fabrizio Crisà) e l’intelligenza artificiale (Francesca Lagioia).
Liberi di pensare che lo storytelling sia fuffa, di certo non è demerito nostro che da anni proviamo a riempirlo di un significato profondo.
Fulvio Julita - Cosa c’è di speciale nelle storie d’impresa
“Il viaggio dell’Eroe è il viaggio del cliente: il cliente non compra un prodotto o un servizio, ma una trasformazione”
Gianluca Gotto - Quando inizia la felicità?
“Più abbondanza c’è nella nostra esistenza, più viviamo nella confusione e nella stanchezza. Impariamo a riconoscere gli elementi di essenzialità”.
Giulia Blasi - La narrativa può cambiare il mondo?
“Mi faccio un sacco di domande, sì, perché sono una donna e sono una femminista e sono abituata ad analizzare gli scenari, a esercitare l’empatia, a cercare di comprendere i meccanismi dell’umano, a riconoscere in me stessa le zone d’ombra, quelle che hanno bisogno di lavoro. Discendo da una lunga dinastia di donne che hanno fatto altrettanto. Ma intorno a me, con poche eccezioni, gli uomini sono inerti. Non si interrogano, non si guardano dentro, non voltano la torcia verso gli angoli bui dove alligna lo stesso perverso desiderio di affermare la propria identità regnando sul corpo e sulla vita di un’altra. Si auto-assolvono. Io cosa c’entro. Io mai. Io non. Come se il fatto di non agire la violenza ti facesse in automatico guadagnare punti-umanità, come se non fosse il minimo indispensabile”.
Takoua Ben Mohamed - Graphic journalism: raccontare storie vere a fumetti
“Il fumetto rende l’informazione accessibile a tutti e tutte, anche alle fasce più piccole di età, anche ai bambini e alle bambine”.
Francesca Berardi - Una storia nascosta in una mappa
“Una storia funziona quando stupisce”.
Riccardo Scandellari - Il significato della narrazione
“La narrazione cambia il valore di ciò che vogliamo vendere e lo fa in modo etico e onesto”.
Cecilia Exacoustos - L’era dei perennials: il lavoro oltre le generazioni
“Impariamo a non utilizzare stereotipi legati all’età e alle generazioni: costruiamo una narrazione per la post generational society”.
Donata Columbro - Quando i dati discriminano, contare come cura
“Contare è anche un atto di cura. L’atto di contare mette in relazione le persone: il dato non è assoluto ma relazionale”.
Fabrizio Crisà - La forma delle emozioni
“Il design è l’espressione della bellezza finalizzata a suscitare emozioni”.
Mizio Ratti - Il dogma della creatività
“I nemici della creatività oggi sono il marketing data driven e l’intelligenza artificiale. L’analisi dei dati serve per studiare il passato. Ma con la creatività progettiamo il futuro”.
Federica D’Armento - Le storie che ci raccontiamo
“Che tipo di storie ci raccontiamo e ci vogliamo raccontare? Abbiamo un narratore interiore unico come le nostre impronte digitali: possiamo scegliere la forma della nostra narrazione”.
Francesca Lagioia - Tecnologie creative e creatività delle tecnologie
“La creatività combinatoria è quella tipica delle AI: propone combinazioni nuove e sconosciute di modelli già conosciuti. La creatività esplorativa, invece, permette di esplorare nuove opportunità. Ma con la creatività trasformativa possiamo alterare uno spazio concettuale”.
Per Francesca vorrei spendere una storia: lei, come altri speaker saliti sul nostro palco, è nata e cresciuta a Bari. Mi piace "riportare tutto a casa” e avere almeno uno/a speaker barese ogni anno. La cosa molto divertente è che molte di loro vengono dalla mia stessa scuola. All’Istituto Margherita avevamo una sala teatro. Non so quante scuole possano contare su una sala teatro sempre aperta; ci piaceva utilizzarla anche quando ci fermavamo il pomeriggio o i sabati per il Gruppo di Istituto. I professori e le professoresse ci invitavano a utilizzarla, ricordo ancora l’insegnante di inglese che ogni anno organizzava una recita in lingua originale. A noi piaceva. Io, Francesca Lagioia, Claudio Riccio, Venanzio Bratta veniamo da lì: il palco per noi era una “materia scolastica”. E vedere una nostra prof, in mezzo al pubblico, ci ha commosso. Grazie per la sorpresa, Lucia.
Naoise Dolan - Scrivere un romanzo vittoriano di oggi
“Passare una giornata in biblioteca è un modo per manifestare la mia presenza nel mondo. […] Impariamo ad avere una dieta letteraria varia”.
“Non viviamo in un tempo romantico, e lo dico con cuore pesante”.
Andrea Girolami - L’era della monocultura
“Viviamo in un’epoca in cui i nostri gusti sono più concentrati di qualche anno fa: quando abbiamo davvero la possibilità di scegliere qualcosa, non scegliamo più”.
Nicolò Andreula
“Proviamo a raccontare la nostra storia in terza persona: stacchiamoci per un attimo e diventiamo narratori esterni. Questo esercizio funziona sia con la nostra carriera che con le nostre emozioni”.
Ilaria Gaspari - Emotion recollected in tranquillity: C’è da fidarsi delle emozioni?
“Siamo esposti nella quotidianità alla finitezza della nostra vita. […] Le emozioni sono un modo per entrare in contatto con la realtà”.
Fabio Bin - Brand Storytelling
“Abbiamo contenuti dappertutto, non solo nel digital. Per questo abbiamo bisogno di contenuti site specific. […] Io non sto mai vendendo un prodotto, sto creando una relazione”.
Norma Rossetti - Love Sharing con MySecretCase
“Abbiamo scritto un pezzo della rivoluzione sessuale in Italia, con amore e senza giri di parole per farvi riflettere, divertire e soprattutto aiutarvi (e aiutare anche noi che siamo da questa parte) ad abbandonare fissazioni vecchie e stantie, imposizioni culturali, ruoli imposti dalla società. E se insieme a noi abbraccerete questa visione e imparerete a fare sesso in modo consenziente, libero e liberato, il vostro piacere sarà un piacere collettivo e l’educazione sessuale un diritto di tutt*.”
Io sono Cristiano Carriero, speaker, imprenditore e direttore dello Storytelling Festival, e questa è L’ho fatto a Posta. Se vuoi partecipare all’edizione del prossimo anno tieni d’occhio il sito de La Content perché nelle prossime settimane rilanceremo i biglietti. Nel frattempo ti lascio il link a La Classe che è il nostro percorso di formazione online al digital storytelling e inizia il 15 novembre.
Grazie ancora a tutti/e quelle che hanno partecipato, commentato, condiviso: se il Festival sta diventando un punto di riferimento dell’agenda digitale e della comunicazione lo dobbiamo a tutte loro.
Grazie per aver portato un po' di Storytelling festival e del suo valore anche a chi non ha potuto farne parte quest'anno. Per il prossimo, ho già preso il biglietto perché sento il bisogno di ascoltare e ho la certezza che in questo spazio ci siano tante persone in grado di stupirmi e farmi crescere con il proprio punto di vista!