Colmare il gap
Dove si parla di affanni, ritardi, ossitocina, storie brutte e storie belle. Ma, soprattutto, di storie in grado di colmare il gap tra la causa giusta (vendere) e la causa nobile.
Il potere dello storytelling è proprio questo: colmare i gap dove è crollato tutto. (Paulo Coelho)
Martedì scorso sono stato in una Business School a fare lezione. Alla fine delle otto ore siamo rimasti mezz’ora a parlare di com’è la situazione delle agenzie di comunicazione oggi. I ragazzi e le ragazze erano curiosi, mi hanno chiesto se gli orari sono umani, se si riesce a lavorare focalizzati e, soprattutto, se si riescono a fare ancora cose di qualità.
Ho sospirato.
Volevo rispondergli onestamente, che è difficile.
Poi mi sono ricordato che io un’agenzia ce l’ho, l’ho fondata, l’ho portata avanti insieme ai miei soci in questi sette anni. E l’ho fatto principalmente per poter rispondere di sì a quelle tre domande. Siamo tutti in affanno. Siamo in tanti in ritardo: l’impresa che deve fare i lavori a casa mia è in ritardo; il mio commercialista è in ritardo, il meccanico che deve riparare la mia vespa - indovinate un po’ - è in ritardo. Proviamo in tutti i modi ad essere sul pezzo, siamo equilibristi che si muovono tra tante cose, provando a non lasciare nulla indietro. A me non piace essere in ritardo, dovrei imparare a dire qualche no, ma ogni volta che accetto di fare qualcosa non vado a dormire finché non ho finito.
(Di farla bene*)
E lo so che non è sano, ma tant’è. Però una missione ce l’ho, ed è chiara: lavorare sull’organizzazione per poter permettere alle persone che oggi stanno lavorando con me e per me di fare le cose bene. E far bene le cose non significa solo passare meno ore a lavoro, ma essere soddisfatti di quello che si fa, sentirsi persone migliori e più grate ogni volta che finisce una giornata. È questa la mia missione di imprenditore: se migliorano loro, miglioro anche io. Se diamo valore a quello che facciamo, e dare valore significa far dire al cliente “oh, finalmente un’idea” (questa settimana ci è successo ben tre volte), siamo sulla strada giusta.
Le storie non sono tutte uguali.
Alcune sono terribili.
A dire il vero ci sono un sacco di storie terribili.
Devi utilizzare le storie e devono essere belle.
Mi basterebbe essere padre di una buona idea
Non sono padre.
Non sono neanche figlio, da qualche anno.
È il motivo per il quale ho scritto un romanzo, qualche anno fa, nel quale scrivo una lunghissima lettere ad una figlia immaginaria, Amaranta (in onore di Pieraccioni, non solo di Garcia Marquez). Faccio sempre fatica a rispondere alla domanda “Come mai?”, e alla fine credo davvero di essere padre di tantissime persone, di tantissime cose e, come dice Niccolò Fabi, di qualche buona idea.
Ah, i ragazzi del corso ne hanno avute tantissime, è stato un piacere dedicargli un po’ di tempo. Loro in cambio mi hanno restituito dei feedback che custodirò gelosamente:
“Lo storytelling è contemporaneamente molto di più e molto di meno di quanto tutti dicono (o il termine è usato male e per tutto, o le persone pensano sia una piccola cosa quando è una cosa gigantesca)”
“Lo storytelling, il tanto discusso storytelling, se ne sente parlare ma in tanti non sanno definirlo correttamente. Invece voi con le vostre lezioni e la passione che trasmettete avete, in poco tempo, reso l’idea e fatto capire il vero senso del raccontare una storia in tutte le sue sfaccettature”
“In questi due giorni sento di aver appreso concetti importanti soprattutto rispetto lo storytelling, una materia a cui non avevo mai guardato con occhi approfonditi, ma che in realtà mi sono resa conto avere un’incredibile importanza. È stato molto interessante anche entrare nel merito del tone of voice e della personalità del brand, soprattutto sperimentare col progetto di oggi quanto è importante che quest’ultimo sia coerente anche con il manifesto e l’essenza del brand.
Ringrazio te e Leandra per il vostro tempo, ho apprezzato molto il vostro stile come figure educative in aula, ma anche professionali, sicuramente è trasparita la filosofia che seguite in La Content che, devo dire, mi ha entusiasmato”
Una questione di ossitocina
Ovvero un ormone che viene sintetizzato nel cervello grazie alla fiducia e stimola i rapporti di reciprocità. In sintesi, l’ossitocina è un ormone pro-sociale. Ci aiuta a legarci agli altri, avere fiducia e amare.
Quando si torna nel mondo reale alla fine di una storia, si esce cambiati. E non solo per un paio di minuti: gli effetti sono duraturi nel tempo.
Il compito di colmare i gap nel mondo del business all’apparenza può sembrare soltanto legato alle vendite, con l’obiettivo di portare i clienti e gli investitori dal punto A al punto B. È facile rimanere intrappolati nelle mansioni e negli incarichi giornalieri perdendo di vista la causa più grande e nobile che sta alla base di tutto. Nel mondo del business c’è sempre altro oltre all’apparenza, c’è qualcosa di più grande in gioco.
Extra ha fatto proprio questo: ha raccontato la storia di qualcosa di più grande
Dopo aver investito e studiato a lungo i dati dei clienti, Extra scoprì che in quei due secondi in cui si decidono quali gomme da masticare acquistare mentre sono in fila alla cassa, le persone agiscono inconsciamente. Per diventare il prodotto scelto dalla gente, Extra dovette trovare il modo di connettersi con i clienti in maniera vera e viscerale a partire da molto tempo prima dell’effettivo istante in cui si trovavano tra le corsie del supermercato.
Porre l’attenzione su caratteristiche concrete e prive di emozioni, come il sapore prolungato, non era sufficiente per colmare il gap.
Grazie a studi più approfonditi, Extra scoprì che una delle emozioni più profonde che spingeva i clienti ad acquistare le gomme da masticare era l’aspetto sociale di condividere con gli altri. Il chewingum è simbolo di unione, vicinanza e connessione.
Guardando questo video, sai dirmi come Extra colpa il gap?
Ma quanto è bella questa Classe
Mentre scrivo sono seduto dietro i banchi de La Classe, a La Content, a Bari. C’è Fabrizio che sta tenendo una lezione su copywriting e AI, i ragazzi e le ragazze che stanno scrivendo prompt e testi con Chat GPT, migliorandoli. La differenza la fanno sempre loro, le persone.
Se vuoi saperne di più, qui ci sono i nostri corsi! (Stasera non andiamo a casa, me lo sento)
È la fine dei social network?
Probabilmente sì, o ci siamo quasi. Ogni volta che leggo queste notizie penso a quella volta in chiamai Sebastiano Zanolli e gli dissi: “Ti va di scrivere con me un libro che si chiama Post Social Media Era?”
Mentre Facebook compie 20 anni, - scrive Economist - i social media stanno subendo una profonda trasformazione. In modo sorprendente, non sono più molto sociali. Gli aggiornamenti di stato degli amici hanno lasciato il posto a video di sconosciuti che assomigliano a una TV iperattiva.
Noi lo avevamo anticipato qualche anno fa, ma il libro è ancora attualissimo.
Io sono Cristiano Carriero, speaker, autore, imprenditore e questa è L’ho fatto a Posta. Ricordati di colmare il gap.
ps: i benefici dello storytelling sono efficaci e reali. Lo storytelling è uno degli strumenti più potenti che abbiamo a disposizione per la creazione di una business. Attira influenza e trasforma i clienti, gli investitori, i talenti, e soprattutto colma i gap nel business utilizzando pronti che dureranno a lungo nel tempo.
Di questo e di altro parleremo allo storytelling festival, l’unico e originale.