Discorso, discorso, discorso
Dove si parla di storytelling e improvvisazione, di matrimoni e speech. Di quali libri leggerai e di cosa sottolineerai. E soprattutto di cosa mi racconti tu.
Esattamente un anno fa, io ed Eleonora ci siamo sposati.
Grazie per gli auguri, per me è un’ottima scusa per parlare di un tema che mi sta molto a cuore: i discorsi nel giorno del matrimonio. Del resto, in una newsletter che si focalizza principalmente sullo storytelling, quale migliore occasione? Abbiamo visto decine – forse centinaia – di film in cui i protagonisti aspettano quel preciso momento per ricordare come sia nato l’amore, quale sarà il loro impegno, cosa abbiano imparato dagli amici e dai genitori, persino dagli ex. Quest’ultima cosa succede soprattutto in America, dove la spettacolarizzazione del wedding speech è ancora più alta, e spesso e volentieri c’è di mezzo Ben Stiller. Bene, tu sei lì che guardi film, leggi libri e, a un certo punto, arriva il tuo turno. Di solito, inizia così:
Discorso! Discorso! Discorso!
E tu cerchi un aneddoto.
«L’ultima volta che ho parlato con mia madre, lei faceva fatica. Da lì a poche ore ci avrebbe lasciato. Fino al giorno prima si sforzava di parlare e scherzare con noi, abbiamo guardato delle foto assieme, rideva del fatto che Eleonora pensava che la sua Postepay si fosse smagnetizzata. “Funziona la carta, è che non stanno i soldi dentro”, mi diceva sottovoce, accennando una risata delle sue. Poi si fermava, tossiva, si commuoveva. Sapeva che aveva ancora pochi giorni. Qualche ora prima di morire mi ha chiesto di chiamare Eleonora. “Voglio parlare con lei,” diceva, “chiamala”. Io sono andato a chiamarla nell’altra stanza, le ho detto di correre perché non avevamo molto tempo. Mi madre ha provato a parlare, ma la voce non le usciva più. Allora ha iniziato a fare quel gesto che si fa quando ci si rassegna al destino, ma senza rabbia. È dura non provare rabbia mentre la vita se ne sta andando. Muoveva le mani mentre ci guardava negli occhi con amore e un po’ di paura e le lasciava cadere sul letto come a dirci “Niente, non posso dirvi quello che vorrei”, ma io capivo perfettamente. Stava chiedendo a Eleonora di prendersi cura di me. Mi affidava a lei. E chi l’ha detto che solo le donne debbano essere affidate a un uomo? Mia madre, unica superstite della mia famiglia un tempo numerosa, mi stava affidando a una donna, perché lei è sempre stata avanti. Io voglio essere affidato a una donna, così come voglio che lei venga affidata a me. Con i nostri dolori, le nostre gioie, le nostre paure e i nostri tormenti. Con tutta la vita che ci gira intorno e di cui vogliamo godere fino all’ultimo giorno, proprio come ha fatto mia madre quando ci ha detto: “Uscite, andate al mare e ubriacatevi anche per me”».
Questo ho detto durante il discorso del mio matrimonio e oggi, a distanza di un anno, mi piaceva l’idea di condividerlo anche con te. Se hai voglia di raccontarmi il tuo o di dirmi semplicemente che non ti sei sentita/o di farlo o che non ti sposerai mai, ne sarò felice. Lo so che è una cosa intima, ma è quello che vorrei da questa newsletter. È una promessa che ci siamo fatti il primo giorno. In alternativa, ti chiedo di scrivermi il discorso più bello o più sentito che hai mai fatto o che speri, un giorno, di fare: a lavoro, con una persona a cui vuoi bene, a un evento, allo specchio guardando te stessa/o.
Dai discorsi si capiscono molte cose, è il primo esercizio da fare per diventare bravi narratori. Ne parla anche Bernadette Jiwa nel libro I segreti dei grandi narratori, che ho curato per Hoepli. E spiega questo bellissimo aneddoto che riguarda gli irlandesi (lei è di origini Irish): quando si incontrano, non si chiedono “Come stai?”, ma “Che mi racconti?”. È una naturale propensione allo storytelling, la loro. E anche la nostra, se dopo venti puntate di L’ho fatto a Posta sei ancora qui a leggermi.
Che mi racconti?
Mi piacerebbe sapere che cosa farai questa estate, se lavorerai o no, se staccherai e per quanti giorni. E cosa intendi tu per staccare. Quali libri leggerai. Io sto leggendo Spatriati, e mi sta piacendo moltissimo. Forse perché è ambientato in Puglia, nella mia regione, agli inizi di quella che noi pomposamente chiamiamo la “nostra Primavera”.
Da un po’ in Puglia c’era un’aria nuova, le masserie diroccate si trasformavano e tornavano ad antichi splendori, era arrivata l’alta velocità, le compagnie low cost da tutta Europa univano i nostri aeroporti alle grandi metropoli internazionali, divi e artisti venivano a vivere nei trulli. Forse eravamo diventati un popolo di mitomani, tanto che senza alcuno sprezzo del ridicolo parlavamo di Primavera pugliese, di Puglia come la California. Molti emigrati tornavano a casa, si formavano aziende piccole e creative grazie agli incentivi del nuovo presidente che per molti di noi era l’emblema di questa rinascita.
O magari perché è pieno di frasi belle da sottolineare, come questa:
Certi dolori si sopportano meglio con la teatralità, la festa, la storia dei lutti è fatta di prefiche e lamenti, di canti. ‘Quando il dolore si fa insopportabile, si alza la musica’, dicevano gli antichi.
Io sono Cristiano Carriero e questa è L’ho fatto a Posta. Anche questa settimana non ce l’ho fatta a mantenere la promessa di scrivere una lettera più breve. È che quando mi prende la mano, mi piace raccontare.
🗓 Giovedì 4 agosto sarò a Barletta a parlare con Likeabee insieme a Francesco Oggiano e Bianca Chiriatti. Sarà l’occasione per presentare Post Social Media Era e I segreti dei grandi narratori. Se vieni, ci vediamo lì!
P.S. Proseguono le nostre selezioni per La Classe di Digital Storytelling: se vuoi partecipare, compila questo form.
Grandi novità anche per La Masterclass
🗓 Giovedì 20 ottobre, il giorno prima dell’evento, i banchi de La Classe ospiteranno il workshop “L’Emotional marketing dentro un bicchiere di vino”. L’obiettivo è scrivere il post perfetto e farlo davanti a un bicchiere di buon rosso. Impareremo insieme come, immergendoci nelle storie di ciascun prodotto ci capiti per le mani, prendendo consapevolezza delle emozioni che vibrano dietro ogni cosa e delle tecniche di emotional marketing che possono aiutarci, i nostri messaggi siano più profondi, pertinenti e, certamente, di valore. Ti puoi iscrivere gratuitamente qui, se hai comprato il biglietto per La Masterclass.
Ultima cosa: con il codice sconto carrieromasterclass paghi 90 euro (anziché 120) fino al 10 agosto. Basta andare sul sito e riscattarlo.
Penso di averti detto tutto, ci sentiamo la prossima settimana per l’ultima puntata prima delle mie vacanze. Anche io stacco un po’, ma prima di venerdì 5 spero di ricevere una tua lettera. Si diceva così un tempo, ci tengo che sia ancora così.
Ah, siamo quasi mille qui.
Se mi aiuti a far conoscere questa newsletter inoltrandola, te ne sono grato. Se l’hai ricevuta da qualcuno, puoi iscriverti qui!
Grazie per avermi letto. E grazie per tutte le volte che mi hai scritto o mi scriverai.
Mi hai fatto piangere, e credo che il giorno del tuo matrimonio con questo discorso tu abbia fatto piangere un po di persone! Io il giorno del mio matrimonio ho iniziato a piangere da quando ho infilato l'abito, alla promessa in chiesa, fino al taglio della torta, figurati se potevo fare un discorso! 😅
Tantissimi auguri a te ed Eleonora!!! ☺️