Esagerare con le iperboli
Dove si parla di sfida, di futuro, di casa, di emozioni. E di curiosità, di dono, di crescita e d'istinto, di tenerezza e di protezione, oltre che di fatica e di silenzio. E de La Fest.
Dopo sei mesi di costanza e di perseveranza, ho saltato un appuntamento con la newsletter, sabato scorso.
Direi che il bilancio è molto positivo e, oltretutto, ho un’ottima scusa: ero impegnato con La Content Fest. Lì per lì, ti confesso che stavo addirittura per scriverla: mi sono alzato molto presto la mattina, ho aperto il computer e ho cominciato a battere le mie dita sulla tastiera. La cosa bella è che stava venendo fuori un bel numero, ma poi ho pensato: “Sto scrivendo troppo a caldo, sto esagerando con le iperboli. Devo far decantare”.
Mi sono preso una settimana per capire che cosa è successo a La Fest. Credo che, quando si scrive una newsletter come questa e si punta tutto sulla sincerità, bisogna essere trasparenti con chi legge e non dire bugie. Sai, un paio di settimane prima dell’evento, stavo per far saltare tutto. Più di una volta ho pensato che quello che stavamo per fare fosse una follia: troppo poco tempo per organizzare (a gennaio c’era ancora il Covid, a febbraio abbiamo iniziato a pensare, a marzo ci siamo convinti), una logistica complicatissima – grazie ancora, Lucrezia –, qualche speaker poco convinto, iscritti da fare con il porta a porta. Però, non volevo deludere chi aveva creduto in noi. Cento persone. Possono essere poche o tante, cento persone. Ma sono loro che mi hanno e ci hanno convinto ad andare avanti.
Abbiamo fatto benissimo, non bene
È stato bello perché gli speaker poco convinti hanno cambiato idea. Sono stati con noi dal primo all’ultimo giorno, condividendo tempo, competenza e progetti. Si sono divertiti con noi. Si sono commossi con noi. Ci hanno mandato messaggi per ringraziarci e per dirci di fare subito altri progetti. Chi ha partecipato è stato benissimo e penso abbia senso recuperare qualche post (ce ne sono oltre cinquanta online, ne scelgo uno):
Sai qual è la più grande soddisfazione per chi organizza un evento? Leggere i post dei partecipanti, perché ce ne sono di due tipi. Quelli indotti, che sembrano una lista di istruzioni – tipo “Scrivete un post per noi, usate l’hashtag ecc.” – e quelli spontanei. La differenza la noti quando leggi. Quelli indotti sono quasi sempre vuoti, risicati, poco emozionanti: “Gran bell’evento! Mi porto a casa un sacco di strumenti per la mia cassetta degli attrezzi!”; quelli spontanei, invece, sono lunghi e chi li scrive si sforza di far percepire davvero le sensazioni, i suoni, le parole. E le parole più utilizzate sono state cura e attenzione.
Cura e attenzione
Ci abbiamo costruito un brand sulla cura. È la nostra ossessione, ma abbiamo scoperto che è la stessa di chi è salito sul palco de La Fest – e che ringrazio. L’abbiamo ritrovata in Erika D’Amico e Manu Ciuffoli, che hanno parlato di marche e ci hanno portato nella loro House of Brand; in Yari Brugnoni, che ci ha spiegato i segreti di Instagram. In Davide Bertozzi e nella sua passione per il copywriting; in Francesca Marchegiano, che ci ha incantato con le storie. In Carlotta Carucci, che mette l’emozione davanti al marketing, in Natalia Pazzaglia che ha parlato di storytelling partendo dall’origine dei nostri nomi. E poi in Fabio Fanelli, che ha portato i Simpson sul palco di un evento dedicato al content. In Nicolò Andreula, che ha parlato di numeri e di business partendo da Tinder per arrivare a Greta Thunberg. E, ancora, in Valentina Vellucci, animale da palco e da marketing; in Luca Conti, guru della gestione del tempo, e in Simona Ruffino, signora del neurobranding. Tutti loro hanno trasmesso cura, dedizione e attenzione. Noi li abbiamo messi solo nelle condizioni di esprimersi al meglio, sebbene ci sia stato qualche piccolo inconveniente (un LED che si spegne, un vento più forte del solito), che loro hanno superato da grandi professionisti quali sono. Quindi, a loro il mio grazie.
Una menzione particolare va a Natalia Pazzaglia e al nostro workshop sulla scrittura del dolore.
“Ma allora giocate a carte: brava!”.
“No, veramente parliamo di lutto!”.
È iniziato così il workshop di domenica, mentre Natalia spostava sedie e sparpagliava carte di Dixit, sotto gli occhi stupiti del barman. Quello che ne è uscito è stato: sfida, futuro, casa, emozioni, curiosità, dono, crescita, istinto, tenerezza, protezione, fatica, silenzio.
Sono usciti anche i draghi.
In questo laboratorio sulla scrittura per raccontare il dolore, abbiamo sentito parlare di scrivanie, di papà che cucinano, di nonni che trasmettono García Márquez a nipoti che se lo porteranno per sempre, di mamme che vanno in macchina e insegnano ai figli la gioia.
“Quando sarò tutta crepa, sarò tutta intera”, diceva la Candiani.
Questi giorni di mare, sole, spritz, musica, lacrime e piscina ne sono stati la conferma: quando abbiamo parlato di morte, quando l’abbiamo fatto lasciandoci vedere, nelle nostre lacrime, nei sorrisi e nei silenzi, è uscita fuori, come sempre, la VITA.
Il tempo che passa
Un bellissimo articolo scritto da Luca Conti, Il tempo che passa, è dedicato proprio a quello che è successo lo scorso fine settimana. “Se c’è un proposito con cui chiudere questo weekend – scrive – è di tornare a partecipare a più eventi di questo tipo, come partecipante e non solo come relatore, per coltivare una rete di contatti diversi, farmi contaminare da esperienze alternative e aprirmi a nuove idee e punti di vista, oltre a quanto faccio già con libri e contenuti online. Al di là di questo, sarebbe bello tornare anche a organizzare eventi in prima persona, per promuovere questo tipo di relazioni. Anche ristrette. Anche limitate. Ma sono sicuro, dopo questo weekend, che ne vale la pena. Il contatto personale, faccia a faccia, conta. Non l’ho imparato questo weekend, ma oggi ne sono ancora più convinto”.
L’importanza de La Squadra
Ho sempre rifiutato la metafora della famiglia. La trovo inadatta. In famiglia c’è tanta gente che non si sopporta. Noi siamo una squadra, anzi La Squadra. In un team si può non andare d’accordo, ci sono ruoli chiari e compiti chiari, ci si aiuta e ci si prende delle responsabilità. Soprattutto, c’è un obiettivo ben definito. E, allora, vorrei ringraziare tutta la nostra Squadra per il lavoro fatto. Ma il tema non è questo: siamo abituati a lavorare molto online, è una cosa che facciamo da prima della pandemia. Eppure, tre giorni assieme, in un contesto come quello dell’Aldiana, hanno cambiato tutto. Comprese le nostre prospettive. Ora è La Squadra intera che mi chiede di vederci più spesso, di organizzare più momenti per stare insieme, per lavorare e condividere, e questa è l’ennesima dimostrazione che lo smart working è una gran bella invenzione, ma che c’è un tempo per lavorare soli e un tempo per lavorare uniti. E che, nell’equilibrio di queste due componenti, c’è l’Impresa del futuro.
Ho imparato un’altra cosa (che ti sarà utile)
Quante volte io e i miei soci abbiamo pensato: “Ma perché le persone del team non condividono le cose fighissime che facciamo?”. Se sei arrivata/o fino a qui, posso essere ancora più sincero con te: perché, forse, così fighe queste cose non erano. Lo storytelling non si può usare come una decorazione. Nasce già nell’idea, si sviluppa con il progetto. Quello che hanno raccontato le persone de La Content, online, è il frutto di una minzione letteraria: non potevano proprio trattenersi, gli scappavano le parole. Perché quello che hanno vissuto era già storytelling. E quindi hanno tutte/i condiviso qualcosa. Crea cose eccezionali e le tue risorse le condivideranno. E, alla fine, ho usato una iperbole, perché questo è stato.
Io sono Cristiano, e questa è L’ho fatto a Posta.
Ti segnalo i due prossimi eventi a cui prenderò parte: il 16 giugno, sarò al Web Marketing Festival e parlerò di newsletter. Lo speech si chiama “Scrivere a prova di unsubscribe”. Sabato 18, presenterò il mio nuovo libro, Post Social Media Era, sempre al WMF, insieme a Vera Gheno nello stand Hoepli. La Content sarà, poi, partner di ABCD – A Bari, Capitale Digitale – dall’1 al 3 luglio. L’evento è gratuito, ma l’iscrizione è obbligatoria (qui trovi il link).
La Fest la rifacciamo dal 26 al 28 maggio 2023. Ti terrò aggiornato su tutto, ma secondo me puoi già prenotarti sulla fiducia. Il prossimo mese, poi, lanciamo La nuova Classe e tante altre iniziative iperboliche.
Fa’ buon weekend!