Hai mai fatto una compilation?
Dove si parla di catturare l'attenzione, ottenere la fiducia, trovare nuovi significati. Ma anche di come scegliere le giuste persone di cui circondarsi.
Io non so se hai mai fatto una compilation per un’altra persona.
Ma va’, che dico, certo che l’hai fatta almeno una volta. Se sei della mia generazione, avrai fatto qualche cassetta o qualche CD; se sei più giovane l’avrai creata su Spotify, ma poco cambia. Fare una compilation è un’arte: devi attaccare con un pezzo sensazionale, catturare l’attenzione e, al tempo stesso, ottenere la fiducia di chi ti ascolta. Perché una compilation è un gesto d’amore, come la curatela dei contenuti. La seconda canzone deve mantenere le promesse – vale sempre la regola per la quale “il secondo album è sempre il più difficile nella carriera di un artista” –, la terza deve cambiare leggermente il ritmo. Alleggerire, se si tratta di una compilation d’amore, abbassare i bassi se siamo partiti con canzoni molto rock. È battere e levare. Tra il quarto e il quinto pezzo arriva il momento delle scommesse. È come se dicessimo: “Ho scoperto questa canzone per te. Non la conosciamo in molti, ma io e te saremo tra questi”. E poi ancora una canzone conosciuta, che rassicura, e dopo una che è stata dimenticata per un po’, ma che è un evergreen. Ricordo quando un mio amico, Giovanni, mi fece una cassetta e mise Luna di Gianni Togni. Era una canzone del 1980 e nessuno di noi la conosceva, alla fine dei ‘90. Però era un grande classico, a tutti noi sembrava di averla ascoltata grazie ai nostri genitori, ai fratelli, alle sorelle più grandi e rifacemmo nostro quel pezzo.
Una cassetta era anche un’operazione di grande pazienza. Il tempo era limitato, dovevi contare bene i minuti, distinguere tra lato A e lato B, anche in queste due parole c’è molta poesia, pensare alla “forma”. Un disegno, uno sticker, una frase scritta a penna o a matita. Il modo in cui l’avresti regalata. A mano o tramite qualcuno. Oppure mettendola in uno zaino, sotto un banco, in una borsa. Era marketing, uno dei modi più belli di farlo, tra l’altro. Ce ne siamo dimenticati, forse perché non ci ricordiamo più quanto potesse legare una compilation.
Eppure non erano nostre quelle canzoni. Sì, ora tu mi dirai che la musica è di tutti, e io sono d’accordo con te. Ma non facevamo altro che appropriarci dell’arte di qualcuno, rimescolarla, darle un senso e un significato, una forma e, infine, sceglievamo un modo per arrivare al nostro destinatario. Quando abbiamo smesso di farlo? Non è forse la stessa cosa che dovremmo fare quando lavoriamo a un progetto di comunicazione?
Tutto è stato già detto, tutto è stato già scritto, si tratta semplicemente di trovargli un (nuovo) significato
Fosse facile. Ho visto Mixed by Erry al cinema e me ne sono innamorato. Colorato, frenetico, dinamico. Pieno di musica, di suoni e di ritmo. Libero. Come il protagonista che, citando De Gregori, “tra la vita e la morte sceglie l’America”. E tra l’innocenza e la colpevolezza sceglie di rispondere: Io sono un DJ. È un film bello, ma non patinato, racconta una storia vera, quella di un reato, ma lo fa concentrandosi anche sulla fede buona – che è diversa dalla buona fede –, sulla prodezza di essere riusciti a far arrivare la musica ovunque, a chiunque. E sull’ingegno: se Steve Jobs fosse nato a Napoli, probabilmente sarebbe stato come i fratelli Frattasio. Come ha scritto Gianmaria Tammaro, Mixed by Erry «è un film troisiano, poetico, figlio del fuoco e del mare, fritto misto di eccessi e opposti. Pulcinella non c'è, ma lo percepisci: è nel cinismo dell’attimo e nella brillantezza delle battute». E poi ci sono le canzoni. Il gusto della compilation, quello che ti ho descritto qui sopra. Mostrarsi, ma al tempo stesso mostrare di conoscere l’altro/a. Perché inserire Quello che le donne non dicono è semplice ma mai banale, rilanciare E mo e mo di Peppino di Capri è una sfida. Con l’italiano che si mischia al napoletano. E il napoletano s’infila dappertutto, negli anfratti, negli spazi più sottili, e si impone: “E poi t si' levat 'o sfizio 'e me fa 'nnamura'“.
In Mixed by Erry si trasforma in un ponte: mentre viene ascoltata, le colpe vengono perdonate e l’amore trova una nuova possibilità. Ne La vita bugiarda degli adulti accompagna una danza viscerale e spontanea. I corpi si piegano e si tendono; qualcuno accenna anche a canticchiarla: oh-oh-oh. Il volume è basso, non altissimo. Si sente il rumore dei tacchi e dei passi, e la voce di Peppino di Capri arriva come una brezza. “E mo e mo”, dice, “t vogl ben. Chist'uocchie 'e Luna m fann muri'; t vogl bene”.
Ora puoi fare la tua compilation, se vuoi. Io ne ho fatta una per te.
4 persone di cui ti devi circondare
La vita sociale è una componente essenziale del nostro benessere psicofisico. Studi su studi riconoscono come le persone di cui ci circondiamo, quelle con cui passiamo più tempo, finisco per influenzare il nostro comportamento, le nostre abitudini, il nostro stato d’animo. Frequentare le persone giuste diventa, quindi, un modo per volersi bene e per favorire la propria crescita personale.
In Backable di Suneel Gupta, l'autore propone 4 figure di cui circondarsi. Vado a presentartele:
Il collaboratore: è la persona che ti aiuta a espandere il tuo orizzonte, ad allenare la presentazione delle tue idee. Non sarà sempre d’accordo con te, ma il feedback che ti offrirà è sempre costruttivo.
Il cheerleader: è la persona che ti fa sentire a tuo agio appena la vedi. È il tuo primo tifoso, sempre pronto a incoraggiarti e a far salire la tua autostima.
Il coach: è la persona che ti aiuta a trovare la tua strada. Ti conosce così bene che a volte capisce ciò che fa (o non fa) per te prima ancora che tu stesso te ne renda conto.
L’avvocato del diavolo: è forse la persona più importante, perché è quella che va a mettere il dito nella piaga. Non ha peli sulla lingua e, se pensa che stai commettendo un errore, non ha paura di dirtelo. I suoi suggerimenti non sempre sono comodi, ma comunque genuini e sinceri.
Quali figure frequenti già e quali ti mancano?
Quale figura rappresenti per i tuoi amici?
Prompt, chi parla?
Nei prossimi giorni lanceremo il corso di Prompt Designer 1.0. Segnati già la data: 5 maggio ore 15-19. Il corso sarà con Federico Favot e Jacopo Perfetti, a cura de La Content. Il costo è di 79 euro, ma per te che sei iscritto a L’ho fatto a Posta c’è un offerta valida fino al 18 marzo. Mi rispondi a questa mail scrivendo “Voglio partecipare al corso Prompt” e paghi 59 euro.
Come sostiene Marc Andreessen, un domani il mondo si dividerà tra quelli che diranno ai computer cosa fare e quelli a cui i computer diranno cosa fare. E tu da che parte vuoi stare? La figura del Creative Prompt Designer ha il mindset e le competenze necessarie per dialogare con le più innovative tecnologie di Intelligenza Artificiale Generativa (da GPT-3 a Midjourney) per metterle al servizio della propria creatività.
Lo scopo finale non è quello di usare l’Intelligenza Artificiale Generativa per fare copia&incolla dei risultati, ma permettere ai Prompt Designer di acquisire uno strumento – un vero e proprio piano B, potremmo definirlo – per esaltare e moltiplicare creatività, strategia e produttività.
Grazie a questo corso di quattro ore imparerai a:
✍️ Scrivere articoli, slogan, storie e post utilizzando GPT-3.
🖼️ Generare immagini in pochi secondi con DALL-E o Midjourney.
💡 Fare Brainstorming con un chatBOT per realizzare ricerche e avere più idee creative.
🧠 Ma soprattutto imparerai a pensare in maniera creativa e innovativa, perché crediamo che già oggi quello che fa veramente la differenza non sia la tecnologia che usiamo, ma il modo in cui la usiamo.
E poi imparerai a fare compilation bellissime! Se vuoi iscriverti, scrivimi a cristiano@lacontent.it.
Di “Forme” – sono tutte storie – ti ho già parlato, ma non ti ho detto che sta prendendo forma, appunto, un corso sempre più bello. Ma lo approfondirò nei prossimi giorni.
Un canale Tik Tok fighissimo: latvchenoncepiu
Una carrellata di spot, sigle e sketch che ci raccontano non solo le pubblicità di una volta, ma anche la società e il modo di raccontare la stessa. Perché la pubblicità è tutto questo, non è solo vendere un prodotto. Ma questo già lo sai!
Si accettano consigli (e autocandidature)
Con Hoepli, dopo il fortunato libro di Veronica Gentili, proseguiremo con la serie dedicata alle Professioni. Quindi Professione Social Media Manager con lei, Professione Content Marketer con me. Sono aperte tre posizioni: Professione Creator, Professione Advertiser + una quinta professione che stiamo scegliendo. Se hai consigli sull’autrice/autore (potresti anche essere tu) o su una professione che sto dimenticando, ti ascolto.
Credo proprio sia tutto: io sono Cristiano Carriero, questa è L’ho fatto a Posta e anche questa volta saremo brevi la prossima.
Fa’ buon fine settimana e, se tra mezz’ora vuoi raggiungermi al workshop sulle newsletter, metti un like e rispondi a questa email!