I superpoteri degli storyteller
Dove si parla di persuasione, di cambiamento, di magia, di trasporto, di piacere. E di quanto ci girino le scatole la domenica sera.
«Esiste un modo semplice per capire se ti piace la tua vita, un test rapido e chiaro che ti dà la misura di quanto sei felice di quel che fai: basta che aspetti la domenica sera, e guardi come ti senti. Tutto qua, non serve altro. Perché il fine settimana puoi passarlo a riposare o a divertirti, ma il sabato passa e passa la domenica mattina, con la colazione tranquilla e magari un pranzo fuori. Poi il sole cala e gli fai una bella foto col telefono per fermarlo sullo schermo, ma il tempo non lo fermi, il tempo porta il buio e la domenica sera, e davanti a te si scoperchia il panorama del lunedì e di un’intera settimana uguale al solito. E da qui, da come ti senti davanti a questo panorama, capisci quanto ti piace la tua vita».
Non credo ci sia bisogno di aggiungere molto altro, la citazione è tratta dal libro Cadrò, sognando di volare di Fabio Genovesi e ci mette davanti a una grande responsabilità: capire che peso ha, nella nostra vita, il lavoro. O se, in alternativa, è solo un peso.
Sta arrivando l’estate e in fretta e furia stiamo provando a chiudere tutti i progetti che abbiamo sul tavolo. È il nostro modo per illuderci di poter “staccare”, di poter stare sereni per un paio di settimane e sentirci a posto con la coscienza. E così ci affrettiamo, ci affanniamo, raddoppiamo gli sforzi a luglio per poter smarcare i task e dire: “OK, fatto”. Magari ad agosto ci lasceranno tranquilli, in virtù di un tacito accordo che volenti o nolenti resiste all’intelligenza artificiale, agli NFT, al progresso, al corsivo su TikTok.
Le due centrali di Ferragosto.
Ma prima di concentrarci su quelle, basterebbe seguire il consiglio di Fabio e concentrarci sulla domenica sera per chiederci, davvero, se quello che stiamo facendo ci piace. Se ci fa svegliare volentieri la mattina. Se ci fa sorridere. L’altro giorno, in un momento di stress, ho chiamato Isabella. Credo che stesse ricevendo email, notifiche su WhatsApp, ping da parte dei clienti, task su Slack. Mi ha risposto cantando. Cantando, capisci? Per un attimo ho pensato: “Questa è tutta matta”; poi ho deciso di cantare anche io.
È nei momenti di stress che devi trovare un modo per divertirti. Leggerezza nella complessità del nostro lavoro quotidiano.
I segreti dei grandi narratori
Lo storytelling è il mezzo più potente per far circolare idee nel mondo.
A tre anni, sapevamo esattamente cosa dire per ottenere ciò che volevamo. Eppure, a un certo punto, abbiamo iniziato a mettere in pratica quell’abilità con una certa riluttanza. Tutti. Le storie di truffatori e di venditori senza scrupoli, in grado di manipolare i propri interlocutori per spingerli a fare cose che non corrispondevano al loro vero interesse, hanno modificato il nostro modo di intendere l’arte della persuasione: la nostra cultura ci ha insegnato a considerarla perlopiù uno stratagemma utilizzato da individui mossi da cattive intenzioni.
La manipolazione, però, non è un effetto collaterale inevitabile della persuasione, ed essere persuasivi può anzi rivelarsi una dote preziosa da utilizzare al servizio degli altri per avere su di loro un impatto positivo. Come qualsiasi altra abilità o strumento, i suoi effetti dipendono dal modo in cui la si usa. Le intenzioni contano. Come un’ascia può modellare un oggetto o distruggerlo, così la persuasione può essere un’arma potente dalle conseguenze tanto negative quanto positive.
Se vogliamo dare vita a rapporti più profondi, far conoscere le nostre idee e aiutare le persone a prendere decisioni di cui saranno felici, lo storytelling ci aiuterà a raggiungere i nostri obiettivi.
Invece di chiederci come possiamo convincere una persona ad acquistare i nostri prodotti, ad appoggiare le nostre idee o persino a raccogliere la nostra biancheria sporca dal pavimento, possiamo iniziare a domandarci perché dovrebbe importarle di fare queste cose.
La magia dello storytelling vive dentro di noi fin dalla prima infanzia, è un superpotere che vediamo esercitare prima ancora di aver imparato a parlare. Un narratore competente riesce a rapire l’attenzione del suo interlocutore, a fargli cambiare prospettiva e a conquistarlo. E noi vorremo impossessarci almeno un po’ di quella stessa magia.
Una buona storia racconta.
Una grande storia avvince.
Una grande storia trasporta.
Una buona storia racconta una cronaca di eventi.
Una grande storia coinvolge le persone nel risultato.
Una buona storia cambia il nostro modo di pensare.
Una grande storia modifica il nostro sentire e le nostre azioni.
Questi e altri spunti li trovi nell’ultimo libro che ho curato per Hoepli. È di una grandissima narratrice che si chiama Bernadette Jiwa e contiene una mia appendice per l’Italia. Momento orgoglio.
Verticalizzarci sullo storytelling
Lo abbiamo deciso perché è quello che ci riesce meglio, perché siamo bravi e ce lo riconoscono, perché fare progetti di narrazione ci rende felici.
Lunedì abbiamo lavorato al lancio di un nuovo gelato. È senza proteine animali. Artigianale da fermentato vegetale. Si chiama Iuppi. Lo abbiamo fatto con un evento dedicato al piacere.
Ho raccontato in pochi minuti cos’è per me, il piacere:
Che cos’è il piacere? L’uomo e la donna se lo chiedono da secoli, forse da millenni. C’è chi crede che la prima forma di piacere condiviso sia stata il fuoco. C’erano uomini e donne intorno al fuoco, si scaldavano e raccontavano storie. Si accorgevano che il tempo si poteva anche passare così: senza fare nulla di davvero importante. Quelle persone mangiavano per nutrirsi, lavoravano per sopravvivere, si procacciavano acqua per la sussistenza. Facevano l’amore per procreare, anche se a questa storia non ci ha mai creduto davvero nessuno.
Il piacere – cito – è appagamento di appetiti, di desideri, di aspirazioni. È la prima parola che diciamo quando conosciamo qualcuno.
Piacere.
Anche se, a volte, non lo pensiamo.
Gli inglesi dicono “nice to meet you”, ed è cosa rara, di solito tendono a essere più sbrigativi di noi. I francesi e gli spagnoli usano un termine bellissimo, “enchanté” o “encantado”. Conoscere una persona come incanto, come sospensione dell’incredulità. E allora dovremmo ribadire ad alta voce quella parola, “piacere”, sostenerla. Così come sosteniamo i nostri gusti, le nostre ambizioni, i nostri orientamenti. I libri, i film, gli sguardi delle persone, i vestiti, il mare o la montagna, la colazione dolce o salata, la pizza alta o quella bassa, il vino o la birra. L’acqua ferma o frizzante. Il sole che ci ricorda l’estate o la neve che ci riporta indietro al primo giorno di scuola saltato. Noi che apriamo la porta e il bianco che ci riempie gli occhi.
E sai qual è la prima cosa che fanno i bambini con la neve?
La mangiano, come una comunione. Perché il piacere ha talmente tante forme che non le puoi prevedere.
E non puoi chiedergli di aspettare, è una cosa urgente il piacere. Con il tempo siamo stati abituati a pensarla come una cosa estrema, vietata, un girone dell’inferno. Quello dei lussuriosi. Eppure il piacere non è lussuria. È culto, è ricerca, è curiosità.
Se abbiamo un futuro, è solo perché abbiamo il piacere. Non c’è evoluzione senza piacere, non c’è società senza la felicità che esso procura.
Spesso si dice: “Se sei felice, facci caso”.
Vuol dire che c’è ancora qualcosa che ti fa battere il cuore. Qualcosa che ti fa fremere. Qualcosa che ti piace.
“Saremo verticali”, dicevamo
Quindi anche i nostri corsi saranno dedicati allo storytelling, alla narrazione e alla scrittura. Iniziamo il 21 e 22 ottobre con La Masterclass, The neverending storytelling. La cosa bellissima è che abbiamo già tantissimi iscritti e sono sicuro riusciremo a riempire il teatro. D’altronde, con ospiti come questi come fai a non fare sold out?
Sarà dedicata al Digital Storytelling anche La Classe che inizierà a novembre. Due percorsi: uno in aula e uno online. Massimo 25 posti per corso e tantissime aziende che già ci chiedono professionisti con competenze narrative. Per info, scrivimi a cristiano@lacontent.it.
Io sono Cristiano Carriero e questa è L’ho fatto a Posta. Anche se nella newsletter precedente avevo detto che questa avrebbe dovuto essere una versione short, mi sa che sono andato lungo, come al solito.
P.S. Domenica sera scrivimi o chiamami (3386287834) e dimmi cosa senti. E quanto ti piace il tuo lavoro.
Fa’ buon fine settimana.
P.P.S. A inizio newsletter, ho inserito un bonus track audio con una mia lettura. Se l’hai saltato, hai fatto male! ☺️
Che bello poter sentire anche il Podcast.
Ps
I segreti dei grandi narratori è già sul mio Kobo.
Mi sembra un ottimo strumento per cominciare a prepararsi per novembre 😘