Il mese dei buoni propositi
Dove si parla di anticipare le promesse, del rapporto tra intelligenza umana e intelligenza artificiale, di Sant'Ambrogio e San Nicola, filosofia e IA e di un incontro per decretare i buoni propositi.
Quando si parla di AI si corre velocemente a valutare i rischi. Altro difetto dell'AI: ha un pessimo ufficio stampa (Pif)
Questo numero di L’ho fatto a Posta è sostenuto dal Gruppo Hera, che con la propria Corporate University HerAcademy ha organizzato un pomeriggio di discussione e formazione sul rapporto tra intelligenza umana e artificiale e mi ha chiesto di contribuire a diffonderne gli highlights. Li trovi andando avanti con la lettura. Spoiler: c’è Pif.
Sant’Ambrogio, patrono dei buoni propositi
Non chiedermi perché, ma questa per me è la settimana dei buoni propositi. Domani è Sant’Ambrogio e la mia parte milanese - ne ho una barese, una marchigiana, più una che frequenta varie parti del mondo - si mette a fare bilanci. Succede questo: ci sono due grandi momenti di buoni propositi nella mia stagione - sì, parlo per stagioni e non per anni -, il primo è a settembre appena tornato dalle vacanze, il secondo in questi giorni di dicembre, quando ho ormai definito gli impegni fino a fine anno e inizio a pensare cosa mi piacerebbe fare di nuovo o di diverso a partire da gennaio. Ho una bella lista, e il diario della gratitudine ha certamente fatto la sua parte. Ho sfogliato le pagine relative all’ultimo mese, ho visto cosa mi ha reso più grato e cosa meno, ed ho deciso che partirò proprio da lì.
Più esperienze di lavoro out of the box. L’esperienza di Fuerteventura, che ti ho raccontato la settimana scorsa in questa puntata, mi è piaciuta tantissimo così come quella di Liverpool fatta a luglio. Si tratta di una o due settimane, ma il solo pensiero di cambiare luoghi, lingua, persone con le quali confrontarsi, mi fa lavorare meglio. Mi sembra chiarissimo che non è il tempo che passi davanti al pc a contare, ma la qualità e la fluidità dei progetti. A volte mi sembra che ci siano posti in cui le cose diventano più fluide: lavorare in condizioni migliori ci fa performare meglio. Tra le mete del 2024 mi piacerebbe provare Marsiglia, anche se non parlo francese e magari un paese del Nord Europa. Il mio consiglio, se puoi, è quello di scrivere ad aziende e ad agenzie del tuo settore e chiedere di ospitarti. A Liverpool ho fatto così ed ho imparato moltissimo.
Fare un mio podcast. È un po’ che ci giro intorno, e penso sia arrivato il momento di investire su questo tipo di progetto. Vorrei non essere solo, per cui sto iniziando a sondare con alcune persone che stimo. Vorrei formare una coppia atipica, fare qualcosa con un/una professionista con cui non ho mai fatto nulla. Di cosa ti piacerebbe parlasse il mio podcast? Io un’idea ce l’ho ma non è questo il momento di spoilerarla.
Una nuova raccolta di racconti. Quando l’altro giorno Nicolò mi ha detto “Tu sei uno dei migliori che conosco nella scrittura breve”, mi è venuta voglia di rimettermi a scrivere racconti. Dieci anni fa avevo pubblicato, in Self publishing, Ma tutto questo Alice non lo sa, poi è stata la volta delle due edizioni di Lutto Libero, senza dimenticare le fortunate serie sul calcio. La verità è che scrivere mi piace tantissimo, ma non penso di avere tempo da dedicare ad un romanzo intero, almeno non per ora. Per cui valuterò molto attentamente il consiglio di Nicolò. E nel frattempo frequenterò i corsi di scrittura di Lucy, perché ho bisogno di rimettermi a studiare e di fare tanta nuova pratica.
Portare La Content al livello successivo. Questo è il punto in cui mi confido. A settembre abbiamo rivisto parecchie cose all’interno de La Content. In primis il mio impegno e il mio coinvolgimento sui progetti e sulle risorse. Arriva un momento in cui devi scegliere chi vuoi essere tu e cosa vuoi che diventi l’azienda che hai creato (anche) tu. E non è detto che le due cose debbano coincidere, così come non è detto che le skills che ti hanno portato fino ad un certo punto, bastino per portarti ad un livello successivo. Nel dubbio, noi ci siamo affidati ad una manager che ha portato: processi, struttura, efficienza e un diverso approccio nella gestione delle risorse e dei clienti. Mai stato più felice di delegare.
Impegnarmi a far diventare lo Storytelling Festival un evento ancora più importante. Cresciamo ogni anno, ma stavolta l’arco temporale è ancora più ampio. Chi pensa che le storie sono in crisi dovrà ricredersi, sono ancora la tecnologia più potente e persuasiva che abbiamo. E Bari sarà sempre di più la casa dello storytelling festival che dall’anno prossimo coinvolgerà anche ospiti internazionali, Ceo, manager e durerà ancora più giorni. Fine settimana del 26 e 27 ottobre 2024, parleremo anche di dati, IA e… ricerca della felicità. Io non vi ho detto nulla. (Ma puoi già prenotarti, sulla fiducia)
Avrei ancora qualche altra idea: fare un altro TedX, un bel progetto con Maurizio e Federico in tre regioni diverse d’Italia, uno speech in inglese, migliorarmi con l’IA. E poi ci sono tante piccole cose personali, ma avremo modo di confrontarci.
Tu che obiettivi ti dai? Lo sai che condividerli, e scriverli, aiuta a fissarli?
San Nicola, proteggici da le rizz vacand
Oggi è San Nicola. A Bari abbiamo questa strana tradizione di festeggiarlo a maggio, in onore della traslazione delle ossa, che è un modo molto elegante per dire che le abbiamo rubate, ma la leggenda narra che è stato San Nicola a volerlo. Il 6 dicembre resta il rito della messa all’alba in Basilica, della cioccolata calda, e della venerazione di un santo pop come pochi.
A Bari si dice “San Nicola proteggici da le rizz vacand”, che vuol dire letteralmente “proteggici dai ricci vuoti”. Ci sono svariate interpretazioni di questa frase, la più accreditata è “proteggici dalle delusioni” perché quando apri un riccio e lo trovi vuoto, questa è la prima reazione. A me piace anche pensare che sia un “proteggici delle aspettative troppo alte” o “dalle persone troppo piene di sé che poi si rivelano, appunto, ricci vuoti”. Senza sostanza. La cosa bella della tradizione popolare è che puoi scegliere tu la traduzione migliore. Allego diapositiva di uno dei miei luoghi del cuore
Ah, tre anni fa scrivevo questa lettera per Bari.
Prima di Natale, ci vediamo
Ed ecco l’annuncio più atteso della settimana: mercoledì 13 dicembre, dalle 18 alle 19, ci vediamo (virtualmente) per parlare di buoni propositi e prometterceli a vicenda. Io farò da moderatore, stimolerò la discussione, ti farò esercitare nella scrittura di un post Linkedin o Instagram - o magari di un pezzo più lungo - che poi deciderai se pubblicare o meno.
Ti iscrivi cliccando a questo link, se non sei già su La Circle, è sufficiente iscriversi gratuitamente.
Ti aspetto!
Ah, per chi volesse salutarmi a Bari, il 22 dicembre facciamo una festa a la Ciclatera. Si chiamerà Tu scendi a Natale, e sei invitato/a!
Come fa a funzionare l’IA se stiamo dicendo che è stupida?
Stiamo giocando a calcio senza la forza di gravità
(Rita Cucchiara, docente di Unimore e direttrice del centro di Ricerca e Innovazione sull’Intelligenza Artificiale di Modena)
Ed eccoci agli highlights del workshop di ieri, da Hera.
“La società odierna – ha detto Cucchiara in apertura - non ha ancora sviluppato una piena consapevolezza dei cambiamenti portati dall'IA, in particolare riguardo alla sua capacità di influenzare la vita delle persone e l'economia”. L'evoluzione dell'intelligenza artificiale non quindi è solo una questione tecnologica, ma si intreccia profondamente con le dinamiche geopolitiche e aziendali globali. Questo è il punto che mette in comune tutti gli interventi ascoltati al workshop organizzato da Gruppo Hera. Un workshop in cui si è parlato tanto di IA, ma moltissimo anche di intelligenza umana.
Il tema della consapevolezza dei rischi e delle distorsioni che possono portare questi strumenti nelle applicazioni quotidiane è stato il fulcro di questo intervento. Molto interessante l’introduzione del concetto di "AI-based economy": la produzione di beni e servizi è influenzata dall'unione di conoscenza umana e dati, con l'IA che gioca un ruolo cruciale nella generazione di nuova conoscenza. Emerge sempre di più la necessità di una regolamentazione efficace per gestire i rischi associati all'IA e proprio oggi vedremo cosa succede con l’EU AI Act.
E se le aziende si dotassero di un gestionale delle intelligenze artificiali?
È emerso dal dialogo tra Giulia Baccarin, fondatrice e CEO di Mipu Predictive Hub, ed Enrico Sassoon, direttore responsabile Harvard Business Review Italia. La sfida del futuro, per le imprese è quella di occuparsi non solo di sperimentare lanciando progetti pilota, ma gestire il ciclo di vita delle innovazioni dell’IA. Intervento molto atteso, per me, quello del filosofo Luciano Floridi. Ho avuto modo, in questi mesi, di chiacchierare con diversi filosofi e filosofe a proposito della questione. Per esempio all’Internet Fest di Pisa ho moderato un panel con Ilaria Gaspari, e solo recentemente ho scoperto l’esistenza di una facoltà – già molto frequentata, in realtà – di Filosofia e Intelligenza Artificiale. È il segnale che questa evoluzione non può non passare dalla mediazione del sapere, della conoscenza, dell’opportunità di porsi le domande più giuste.
Come fa a funzionare l’IA se stiamo dicendo che è stupida, non è intelligente, non ha coscienza? Abbiamo cambiato il mondo per adattarlo a questi strumenti, non il contrario.
Si chiama “Intelligenza”, ma in realtà siamo ancora noi a doverla gestire. Floridi ha enfatizzato la necessità di comprendere l'IA non come una forma di intelligenza, ma come una capacità di azione e ha messo in guardia contro la visione dell'IA come una tecnologia che sostituisce l'umanità, sostenendo invece che l'IA sposta la soglia di ciò che è economicamente fattibile.
Il convegno ha visto anche la partecipazione dei vertici del Gruppo Hera, che hanno posto l’attenzione da un lato sulla relazione tra IA e i clienti, con le nuove tecnologie che consentono di migliorare la qualità e la personalizzazione dei servizi oltre alla qualità del lavoro stesso, e dall’altro sulle opportunità nella gestione delle infrastrutture, per rispondere meglio, con efficienza ed efficacia, anche ad eventi estremi come siccità e alluvioni. Tanti spunti super utili, che si possono ritrovare nella pagina dedicata al workshop nel sito del Gruppo Hera.
Io sono Cristiano Carriero, speaker e autore, e questa è L’ho fatto a Posta, Santi Edition. Ti aspetto mercoledì prossimo per parlare di buoni propositi, e quando vuoi qui nei commenti!
Ti abbraccio!
ps: questa puntata esce eccezionalmente di mercoledì perché domani è festa a Milano, venerdì è festa ovunque e sabato avrai certamente altre cose da leggere. Se non le hai, te ne consiglio una io: ho letteralmente amato questo libro.
Qual è l’ultimo libro che hai amato? Giuro, ho finito le domande.
Ciao Cristiano! Ultimo libro amato: Che ne è stato di te, Buzz Aldrin? - Johan Harstad. A presto!
Amato è una parola grossa, mi ha fatto pensare un bel po' ”La tecnologia è religione” di Chiara Valerio.