Imparare a dire di sì
Dove si parla di multipotenziali, di film in bianco e nero, di speech in Inglese e di altre imprese non convenzionali.
Mentre il mondo, nella sua complessità, spinge per una iperspecializzazione e per una valorizzazione della verticalità delle competenze, dall’altra parte quella stessa complessità richiede chiavi di accesso per interpretare una realtà che ha più sfumature.
Ho letto – e reinterpretato – questa frase in un bellissimo articolo dell’amico Giampaolo Colletti per LINC Magazine: Connessi, multitasking, trasversali: il futuro del lavoro è dei multipotenziali. Parla di un argomento a me molto caro, la multipotenzialità. Uno dei temi di cui mi piace più discutere – lo avevo già fatto in una newsletter – anche con colleghi come Giulio Xhaet, molto appassionato del tema. La società non ci capisce e il modello di carriera tradizionale, di solito, non considera prioritari aspetti come la varietà e l’esplorazione di nuovi settori e attività. Inoltre, noi multipotenziali abbiamo bisogno di imparare come bilanciare la nostra spinta verso il nuovo con il desiderio di fare progressi nei singoli progetti.
No, non vuol dire che siamo multitasking. Tutt’altro. Ma che troviamo affascinante l’idea che l’uomo possa essere assolto dal giogo di un lavoro ripetitivo. Che possa esplorare le sue potenzialità. Anzi, che debba farlo per poter lavorare.
Essere multipotenziale mi ha sempre fatto sentire frustrato
Di fianco a me, ho sempre avuto amici e conoscenti che avevano un sogno fin da bambini e che portavano avanti progetti decisi e sicuri. A me piacevano troppe cose e non mi sentivo portato per una sola passione. Certo, comprendo che nel mondo del lavoro sia visto ancora come un aspetto negativo e si tenda a incastrare percorsi professionali in binari senza possibili deviazioni. Eppure, c’è qualcosa di bellissimo nella sfumatura, lo spiega molto bene Paolo Sorrentino nel prologo del suo Hanno tutti ragione.
«Solo una cosa sopporto, la sfumatura».
(Vale la pena ascoltare tutto quello che il maestro Mauro Repetto non sopporta, è un monologo incalzante.)
A proposito di multipotenzialità
Questa settimana ho chiuso un secondo manuale – dopo Post Social Media Era. È in uscita in estate per Hoepli, s’intitola I segreti dei grandi narratori, sette strategie per diventare la versione più influente e ispirazionale di se stessi. All’interno del libro, ci sarà una mia Appendice di esercizi che ti aiuteranno a lavorare sulla tua capacità di storytelling. Ho dovuto dedicarci del tempo, ma non è stato sottratto al lavoro, semmai aggiunto. Scrivere aiuta a scrivere, soprattutto se il tuo compito è quello di aiutare gli altri a farlo in maniera più chiara.
Sono uscito dalla zona di comfort
Qualche giorno fa, ho tenuto un corso di formazione in Inglese per una multinazionale. Non è stato facile. Mi era già capitato, ma in presenza. Online, in una lingua che non è la tua, con manager di tutto il mondo, è stato veramente sfidante. Sono felice di averlo fatto: tre ore di concentrazione assoluta mi hanno dato grande consapevolezza, sebbene il mio Inglese non sia ancora quello che vorrei. E poi: ho registrato una videolezione, mi sono iscritto a TikTok, sto sperimentando un nuovo format e ho visto un film in Francese, in bianco e nero (bellissimo, si chiama Parigi, 13Arr.). Ah, ho iniziato anche a leggere un libro sui nomi dei fiori – me lo ha mandato Scuola Holden.
Negli uffici chiusi, non troverai mai lo storytelling
Ho fatto un altro esperimento molto interessante che riproporrò nelle prossime settimane. Dal momento che ci siamo abituati a lavorare a distanza, invito alcuni membri de La Circle a partecipare alle nostre riunioni. Immaginate un’agenzia che ospita, di volta in volta, tre o quattro persone nuove in brainstorming, strategie, fine tuning. Si fa tutto su Meet, c’è un ordine del giorno e l’ospite può scegliere se ascoltare e basta – facendosi quindi un’idea di come funziona un lavoro di content marketing, di SMM, di influencer marketing o un brainstorming – oppure può dare un apporto concreto al progetto. La reputo una piccola grande rivoluzione perché dà l’opportunità di confrontarsi, di contaminarsi, di capire quali logiche ci portano a determinate scelte. Noi abbiamo aperto le porte delle nostre sale riunioni. Se vuoi entrare, iscriviti a La Circle.
Mi interessa, mi spieghi in cosa consiste?
La settimana prossima sarò in Sardegna – in diverse location del Sarrabus, tra Muravera, Costa Rei e Capo Ferrato – per un evento fighissimo. Parleremo di sport e territorio con speaker del calibro di Mauro Berruto, Matteo Soragna e moltə altrə. Il titolo del mio speech è Un team. Una storia.
Prossimamente, ti annuncerò un’altra bella novità, che riguarda un mio corso insieme a uno dei brand più prestigiosi nel settore della cultura e della divulgazione. Lo so, potevo fare una cosa e farla davvero bene, ma mi sento molto più vivo a farne tante a modo mio.
Tu come ti senti? Che cosa ti fa battere il cuore? E a che cosa dirai di sì per uscire dalla zona di comfort nei prossimi mesi?
Ti hanno insegnato a saper dire di no e, allora, io voglio confidarti un segreto: una volta al mese, di’ “sì” a una cosa di cui non ti senti sicuro. E usa quel tempo per farla nel miglior modo possibile.
Io sono Cristiano Carriero e questa è L’ho fatto a Posta.
P.S. Per lo stesso motivo di cui sopra, ho deciso che a La Content Fest ci saranno, oltre agli speech a teatro, un corso di cucina con Erika D’Amico ed Emanuela Ciuffoli – a proposito, il loro House of Brands è molto bello! –, un corso di SUP, uno speech sui Simpson con Fabio Fanelli e tante altre cose che non dovresti perderti. Se lavori in un’azienda, chiedi al tuo capo se ti manda a fare un team building come si deve. Annoiandosi non si impara nulla. Sennò scrivimi o chiamami, che un modo lo troviamo: 3386287834.
Stunning words from you, today! Thks so much :-)