La bella urgenza
Dove si parla di idee che facciamo fatica a tenere per noi, della bellezza della condivisione, delle persone più intelligenti di noi nella stanza e di minzione comunicativa.
Ieri mattina il mio amico Nicolò mi ha telefonato alle 5 di mattina. Lo ha fatto davvero e, conoscendolo, ho capito subito che non si era sbagliato: voleva dirmi qualcosa di importante (non di urgente), un’idea che faceva fatica a trattenere.
Non sono uno di quelli che amano definirsi “mattinieri”, mi sento già abbastanza eroico quando metto la sveglia alle 6.30 per andare a correre o in palestra, ma quando ho visto il suo nome sul display ho sorriso. Suonerie non ne uso più da tempo, ho lasciato andare, mi sono girato dall’altra parte e ho pensato “tra un po’ mi sveglio e lo richiamo”.
Quando qualche ora dopo mi sono alzato dal letto, ho preso in mano il telefono - di solito non è la prima cosa che faccio al mattino, faccio passare almeno mezz’ora - ed ho trovato i suoi messaggi. “Cris, ho un’idea bellissima. Non ce la faccio a tenerla solo per me. Chiamami quando ti svegli.”
Be’, il messaggio era leggermente diverso, ma non posso spoilerare proprio tutto. Diciamo che da lunedì capirai qualcosa di più. Tanto Nic fa più rumore di me.
Ma non è di questo che volevo parlarti. Volevo parlarti piuttosto di quanto è importante sentirsi vivi. La prima cosa che ho scritto a Nic, dopo aver letto i suoi messaggi, è stata (perdonami il dialetto, tra baresi ci divertiamo):
“Ma tu si matt. Io mo’ mi so svegliato. L’avvocato Agnelli faceva così con Platini”.
Già. L’avvocato Agnelli. Si narra che ai tempi amasse telefonare nel cuore della notte, o per lui all’alba di un nuovo giorno, ai suoi allenatori - Trapattoni era uno dei preferiti, così come - o ad alcuni suoi giocatori, come l’artista francese Michel Platini, per parlargli di qualche sua idea. All’epoca non c’erano smartphone, quindi erano i telefoni di casa a suonare. Non svegliarsi era praticamente impossibile.
Capita di usare la parola urgenza, il più delle volte, in senso negativo. O addirittura tendendo all’inganno. Sono urgenti i progetti da consegnare, è urgente rispondere ad una mail, o dare un feedback ai nostri responsabili. Ieri, per Nic, era urgente condividere con me un’idea. Ed era una bella urgenza. Il mondo si divide in chi si innervosisce per un’abitudine stravolta e chi si sorprende. Io non ho risposto alla telefonata, non ero lucido e avevo bisogno di dormire ancora un po’ prima di parlare. Ma sono stato felicissimo che lui abbia pensato a me, a quell’ora della mattina. Svegliatemi più spesso nel cuore della notte, o all’alba di un nuovo giorno, per condividere con me idee bellissime e che non riuscite a trattenere.
Abbiamo bisogno di circondarci di persone positive. Che abbiano idee in grado di migliorare la vita delle persone, come quelle di Nicolò. E di telefonate (molto) inaspettate, che rompono gli schemi.
È stata una settimana difficile, impegnativa. Tanti viaggi, progetti da chiudere, urgenze professionali vere, qualche criticità da affrontare, un paio di email arroganti. Eppure il mio diario della gratitudine è pieno di appunti tipo:
svegliarsi in una vecchia masseria di Manduria e fare colazione con una frisella a gennaio;
la telefonata di un cliente che si complimenta per Pia dicendomi “Hai una risorsa preziosa”;
bere una birra con una amica chiacchierando di vita, morte e sesso;
il mare calmo a Bari una mattina di gennaio con quella luce che c’è solo in quel punto - davanti al Palazzo della Regione - e solo a quell’ora, le 11;
Anita che viene in ufficio a portarmi un regalo inaspettato;
le due bimbe piccole di Gianluca che mi chiamano babbo per giocare;
rivedere Eleonora dopo una settimana in giro per lavoro (sia io, che lei)
E, parafrasando American Beauty, perché dopo tanta bellezza dovrei essere incazzato? Perché qualche progetto ci richiede più tempo del previsto? Perché qualche cliente è particolarmente esigente? Perché a causa dei tanti impegni ho accumulato un po’ di ritardo e sono stato costretto ad aprire il pc la sera dopo cena o svegliarmi un po’ prima per scrivere mentre gli altri dormono?
No, non è il caso. È il caso però di capire e ricordare, ogni settimana, cosa ci rende davvero soddisfatti. Non necessariamente felici, ma almeno grati, soddisfatti sì. È per questo che ho iniziato a scrivere quotidianamente, grazie a Federico, un diario. Per iniziare a dare sempre meno peso a ciò che mi fa arrabbiare e che considero frustrante.
Da ieri, La Content, ha ufficialmente una nuova Managing director. Lo ha annunciato lei su Linkedin con questo post:
Ho scelto La Content e La Content, con mia somma gioia, ha scelto me.
Il perché è facile ed è in questo manifesto, abbiamo le stesse idee:
Crediamo
in una comunicazione story driven.
Che il data driven da solo è una commodity e non più un plus.
Che l’AI è realtà.
Che la distintività della narrazione crea valore e successo per l’impresa.
Che le persone, che ci scelgono come partner, che lavorano con noi o che sono il nostro obiettivo, meritano attenzione e rispetto.
Che non si smette mai di imparare. Siamo i primi allievi dei nostri corsi.
Sono e siamo nomadi digitali con una casa: La Content.
In cui batte il cuore del Sud, corre la testa del Nord e vive l’empatia del Centro.
(Non per niente abbiamo 3 uffici, Bari, Jesi e Milano)
E sono orgogliosissima di questo grande cambiamento e di questa evoluzione che non è solo professionale ma anche personale.
Un grande in bocca al lupo a me e un grazie a tutti quelli che mi hanno accompagnata fino a qui.
V.
V sta per Vanessa, e anche questa è una storia nella storia. Vanessa Carmicino è stata la mia capa in Doing. Ci siamo conosciuti poco meno di dieci anni fa, durante il Festival del giornalismo di Perugia. Lei era lì per coordinare il team Eni, e io ero uno degli storyteller scelti dall’azienda per raccontare quella esperienza sui social. Da allora, le nostre strade non si sono mai divise. Io ho apprezzato tantissimo la sua leadership, lei (credo) la mia visione. E (spero) il mio coraggio. Poi ci sono state tanti avvenimenti: abbiamo lavorato assieme, ho riportato a lei, ci siamo confrontati in momenti belli e in momenti molto difficili per entrambi. Alla fine abbiamo scelto di sceglierci.
Io non avevo un piano B, sapevo che se un giorno avessi dovuto scegliere un/una Manager avrei voluto lei. Per tanti motivi, ma per uno in particolare: non c’è una persona che abbia lavorato con Vanessa, che non sia grata a Vanessa. Chiunque abbia lavorato con lei, sa che lei è una potenziatrice esponenziale di persone e professionalità. Con lei si diventa professionisti e professioniste migliori, più bravi. E questo per me è il punto più importante di tutti. Inizia una nuova storia per La Content, e io sono molto felice.
Io sono Cristiano Carriero, speaker e autore, e questa è L’ho fatto a Posta. Quel Nic, che mi ha telefonato alle 5 di mattina, è Nicolà Andreula, e gli voglio molto bene. Abbiamo la stessa voglia di cambiare il corso delle cose, il destino segnato di certe dinamiche. Non siamo rassegnati a pensare che certe cose accadono a nord, e non possano accadere a sud. Crediamo che il “come”, nel lavoro, sia importante quanto il “cosa”. Abbiamo l’ambizione, forse la presunzione, che si possa lavorare meglio, senza rinunciare a vivere. E mi basta condividere questo per dirgli che può telefonarmi e svegliarmi all’ora che preferisce. Come Vanessa, che invece va a dormire molto tardi e a volte mi chiama dopo cena per dirmi la sua idea Storytelling Festival. Entrambe sono persone molto diverse tra loro, molto diverse da me, comunque più intelligenti di me nella stanza. E sai una cosa?
È molto meglio essere circondati da persone così, che da persone che non hanno più stimoli, idee, un pizzico di incoscienza. Persone rassegnate, che sono morte e non sanno di esserle.
Non ci possiamo permettere la rassegnazione, non in questo momento.
Annunci e cose belle:
Sono in vendita i biglietti del prossimi storytelling festival (25 e 26 ottobre) . Dalla settimana prossima iniziamo ad annunciare gli speaker, per cui se vuoi comprarlo a 59 euro fallo adesso!
Dal 8 al 10 marzo La Content è a Bologna (Palazzo Albergati) insieme a Lucy Sulla Cultura per “Il giro del mondo in 12 libri”. Maggiori informazioni qui, è un’occasione unica per scoprire la letteratura internazionale. Arriveremo in Giappone grazie a Laura Imai Messina e in Africa con Nadeesha Uyangoda. Condurrà Loredana Lipperini.
Stanno per partire Da 0 a Podcast e Forme, i nuovi corsi de La Classe (se vuoi info scrivimi a cristiano@lacontent.it
Ultimissimi posti disponibili per La gioia di scrivere, il corso con Matteo B. Bianchi per chi ha una storia nel cassetto (sempre con Lucy)
La settimana prossima sarò parecchio in giro, mi trovi principalmente a Bologna, ma anche a Firenze e a Brescia. Segnati il mio numero, 338 6287834, se riusciamo a prenderci un caffè sono contento!
Sennò scrivimi, per raccontarmi una telefonata che ti ha fatto particolarmente piacere ricevere. Ci tengo.