La verità è sopravvalutata
Dove si parla di giornalismo, storytelling, iper-narrazioni, intelligenze artificiali guidate da brillanti intelligenze umane. E di ghosting, funerali finti e scenari reali o quantomeno realistici.
Fatemi dire grazie.
A tutte e a tutti quelli che hanno risposto alla newsletter della scorsa settimana, raccontandomi cose molto personali, intime, alcune segrete, persino. Mi sono sentito piacevolmente in imbarazzo. Sì, perché credo che l’imbarazzo possa essere anche piacevole, quando senti di non meritare tutto questo. Cosa ho fatto io per meritare tanta intimità? Ho provato a darmi una risposta e credo che il merito non sia mio, ma della scrittura, della forma. Scrivere ci aiuta a definire i pensieri, è un esercizio che faccio ogni fine settimana, quando condivido tutto quello che mi ha colpito, che mi ha emozionato, che mi ha deluso. E nel momento in cui sono costretto – perché io mi costringo a scrivere, che si sappia – a iniziare questa newsletter, tutto diventa più chiaro. Quindi, grazie davvero.
Ora iniziamo, puntata scoppiettante e piena di spunti.
Heineken parla agli stacanovisti del lavoro
L’idea è stata suggerita da uno studio secondo cui, al di là dell’ambito del dating da cui è stata mutuata, una comune causa di “ghosting” da parte degli amici è proprio il fare le ore piccole in ufficio. A voi capita?
A sostenere la lotta all’overworking insieme al brand è l’attore coreano Park Hyung-sik, che ha pubblicato sul suo account Instagram un video in cui mostra segni di attività paranormale in un bar, con bicchieri che si muovono da soli e sedie che vagano nella stanza. Il teaser – con oltre 4 milioni di views in ventiquattr’ore – ha contribuito a lanciare la campagna “The Ghosted Bar”, nella quale un ragazzo costretto a far tardi in ufficio si manifesta sotto forma di fantasma nel bar frequentato dagli amici.
L’invito da parte del brand è, dunque, di non ghostare più gli amici e di uscire dall’ufficio a un orario umano.
Saper Imparare
È la community del mio amico Luca Conti per chi crede nell’apprendimento continuo. Imparare qualcosa ogni giorno, organizzare il tempo, concentrare l’attenzione su obiettivi importanti e non sull’ultima serie TV è ciò che fa la differenza tra una vita dimenticata il giorno dopo e una vissuta momento per momento. Saper imparare vuole mettere in contatto chi crede nel miglioramento personale e vuole impegnarsi per dare il proprio meglio, nel lavoro e nella vita. Attraverso il confronto, lo scambio e l’esempio.
Penso che oggi ci sia una differenza enorme tra chi assimila passivamente informazioni e chi impara. Ho già scritto nelle puntate precedenti quanto sia stato e sia importante per me Luca. Voglio dirlo anche qui, pubblicamente. Molte scelte importanti della mia vita sono nate da chiacchierate con lui. Chiacchierate a telefoni spenti, da soli, o con il sottofondo di una canzone che non conoscevo. È lui che mi ha insegnato – sembra incredibile ce ne sia bisogno, ma ce n’è bisogno – che c’è vita oltre gli algoritmi. Che ci sono libri e film di cui non abbiamo mai sentito parlare, telegiornali e notizie di cui possiamo fare a meno, e che la capacità di discernimento è quanto di più importante abbiamo. Fate un giro nella sua community, ne vale la pena.
Intelligenza Artificiale e storytelling
Mi ha colpito tantissimo un articolo uscito su Wired questa settimana, ripreso da un progetto realizzato dal creative strategist di Latte Creative e insegnante di Etica della comunicazione allo IED di Roma, Claudio Riccio. Piccola premessa: conosco Claudio da quando era piccolo, nel vero senso della parola. Andavo in classe alle elementari con sua sorella Giulia e l’ho visto crescere da quella giusta distanza che non mi permette nella maniera più assoluta di poterlo considerare un amico (parola spesso abusata), ma una di quelle persone che ogni volta che le vedi in TV pensi: “Ehi, io quello lo conosco!”. Questo per dire che ne ho seguito l’evoluzione, particolare che risulterà importante non per vanagloria personale, ma ai fini del dibattito sul suo esperimento/provocazione.
Utilizzando descrizioni testuali per istruire gli algoritmi di MidJourney si possono ottenere immagini di grande verosimiglianza. Un tema che ha accesso il dibattito sui rischi connessi a un uso improprio dell’AI. È proprio da qui che è partito Claudio per “raccontare” un ipotetico funerale – lunga vita a lui, sia beninteso – di Silvio Berlusconi.
Queste foto e queste affermazioni – cita l’articolo – lasciano diversi dubbi aperti. Si chiede Riccio: “Cosa accadrà al nostro rapporto con le informazioni audiovisive? Riuscirà il giornalismo a riconquistare la credibilità necessaria a tornare a essere ‘l’unica fonte attendibile’? Che fine farà il citizen journalism? E soprattutto: esisterà ancora la verità? Saremo capaci di credere ancora a una immagine?”. Vedendo queste immagini del funerale di Berlusconi, viene proprio da chiederselo.
La mia prima considerazione è sulla potenza e sulla precisione di queste immagini. Ma come dico da tempo, non esiste Intelligenza Artificiale o strumento di valore senza un Prompt Designer di valore, e che abbia un’idea molto precisa di cosa vuole raccontare, del contesto, dell’obiettivo. Da lettore non mi sono sorpreso più di tanto a vedere questo lavoro, proprio perché conosco bene Claudio e la sua coscienza politica. Chi suggerisce all’algoritmo la sceneggiatura? Guardate attentamente le foto: i fan, gli adulatori in lacrime, i contestatori, i tifosi del Milan, gli inquietanti clown in stile Joker, i tafferugli, persino l’influencer che si fa un selfie con la bara dorata.
Quest’ultima immagine è particolarmente impattante perché ci racconta tanto del mondo (quello vero) di Silvio Berlusconi: è fiction, ma è molto vicina alla verità, basti pensare a Maria De Filippi, costretta a farsi un selfie – quella foto è vera – con un “ammiratore” nel giorno dei funerali di Maurizio Costanzo. Se Claudio avesse chiesto a MidJourney di elaborare delle foto “del funerale di Berlusconi” (generico), non avrebbe ottenuto mai questo risultato. Dietro questo lavoro c’è conoscenza antropologica, sociale, politica, umana, storica e, solo alla fine, dello strumento.
(Questo è il motivo per il quale ho deciso di creare un corso di Prompt, partendo proprio da questi assunti)
La seconda considerazione è sul futuro dello storytelling
Per me che sono un cultore della materia – ho imparato questa frase grazie al film Generazione 1000 euro – è evidente che lo storytelling avrà un ruolo ancora più rilevante nel prossimo futuro. Provate a far vedere l’articolo di cui sopra a una persona che non ha alcuna familiarità con tutto il dibattito che stiamo facendo sull’Intelligenza Artificiale. Penserà a della foto vere, reali. Quanta gente oggi, in Italia, è analfabeta digitale – non è un offesa, ma una constatazione – e quindi manipolabile? Non entro nel merito della credibilità del giornalismo, perché su quella indaga già l’articolo a cui faccio riferimento, ma quante iper-narrazioni verranno? Quante verità avremo? E che fine farà la finzione? Perché questa generata da Claudio è solo apparentemente una fake news. Perché nelle informazioni che lui ha dato agli algoritmi non c’è nulla di falso o di incontrovertibile. Fa venire un po’ di ansia, ma io sono sempre convinto che ci divertiremo. O troveremo il modo di farlo. In ogni caso, la verità è sopravvalutata.
La sfida di Chat-GPT3 o del lavoro con l’Intelligenza Artificiale
Chat-GPT3 (e 4) è una minaccia o un’opportunità?
In questa conversazione, introdotta con la condivisione di qualche esperimento personale, avremo modo di scambiare esperienze d’uso, opinioni argomentate, preoccupazioni, speranze.
L’evento non richiede una conoscenza specifica ed è aperto a tutti. Aver sperimentato con Chat-GPT3 può essere utile per sviluppare opinioni argomentate.
Ti puoi iscrivere cliccando sul link nel titolo, la partecipazione è gratuita su La Circle.
Cose che mi hanno reso felice
Gli amici. Quando Federico Favot mi ha chiesto “Quante volte ancora rivedrai il tuo migliore amico nella vita?”, mi ha messo in difficoltà. Considerando che vivo lontano e che ci vediamo cinque o sei volte all’anno, mi ha fatto riflettere. La mia idea dell’amicizia è molto vicina a quella di Eshkol Nevo, è una questione di simmetria. Qualche anno fa, quando ancora la cosa non andava di moda su Instagram, scrissi che i miei amici erano una foto sfocata. Le nostre foto non vengono mai bene, c’è sempre qualcuno che le rovina, eppure tutti ridono e ridono tanto. C’è gente con gli occhi chiusi, gente che tira dentro la pancia, qualcuno che sente l’irrefrenabile desiderio di muoversi proprio in quel momento. I miei amici sono una foto scattata con le Kodak usa e getta, anche oggi che puoi ripetere tutte le volte che vuoi. È diventata una moda, su Instagram, noi l’abbiamo inventata. E i miei amici – che ho rivisto a Pasqua – mi hanno fatto ridere come non facevo da anni.
Cose che mi hanno fatto arrabbiare
Mi sforzo, ma non trovo nulla questa settimana. Penso sempre alla teoria dei cinque anni. Quanto ti farà arrabbiare questa cosa tra cinque anni? E molte cose mi passano.
Coraggio vs ignavia
Ho avuto il coraggio di tornare a vedere i Misteri a Taranto. Mica poco. L’ultima volta avevo sei anni e me l’ero fatta addosso dalla paura per colpa di quei Perdoni incappucciati. Ho avuto il coraggio di scrivere tutto il mio amore per Taranto, la città di mia madre. Io sono nato e cresciuto a Bari, tifo Bari, ho amici di Bari. Per anni ho vissuto di campanilismo anche nei suoi confronti. Poi ho scoperto che nella vita non c’è bisogno di premiare sempre qualcuno o qualcosa. “La più bella”, “La preferita”, “La migliore”. E non è ignavia. Bari è la mia bellissima città, Taranto le mie radici. Taranto è certamente più difficile da capire, ma fa parte del suo mistero.
A proposito di chi non vuole fare lo sforzo di capire. Perché comunicazione è anche capire (gli esegeti del marketing saranno pronti a insorgere); una bellissima lezione di Massimo Troisi:
Ma perché parli sempre in napoletano?
Perché è l'unico modo, insomma, in cui so parlare. Io penso in napoletano, sogno in napoletano, cioè mi riesce proprio facilissimo.
La puntata di oggi è gentilmente offerta da:
Iuppi per tutti, il gelato artigianale fermentato vegetale
👌Free from glutine, latte, lattosio, uova
🌱Sostenibile
😋Buonissimo
📍Polignano a Mare
Se vuoi assaggiare un gelato buonissimo – anche la panna è spettacolare, Cristiano approved –, senza latte, senza glutine, senza uova e a base di fermentato vegetale, di’ che ti mando io. Sono sicuro che ti piacerà.
✍️ Se sei un brand e vuoi info per collaborare, scrivimi pure a cristiano@lacontent.it
📧 Io sono Cristiano Carriero e questa è L’ho fatto a Posta. Come sempre ti lascio un link per offrirmi un caffè se ti sono stato utile o se ti ho ispirato qualcosa, e ti ricordo che da questa settimana è online a prezzo scontato Forme, il corso di storytelling più bello che abbia mai pensato.
💬 Vale sempre la regola che, se vuoi raccontarmi che cosa ti ha reso felice, ti ha fatto arrabbiare o dirmi la tua sugli argomenti che ho trattato, puoi e devi farlo!
Buon fine settimana!