Meno conflitti, più buone cause
Dove si parla di economia emotiva, di un abbonamento per ricevere a casa camicie lavate e stirate, della sottoscrizione in soldi o in contenuti. E della questione iraniana.
Saresti disposto/a a pagare qualcosa un pochino di più per una buona causa? È quello che mi domando in questi giorni, davanti ai continui aumenti delle bollette. Per quale motivo dovrei pagare a un prezzo maggiorato la luce, il gas e l’autostrada a fronte – nella migliore delle ipotesi – degli stessi servizi? O, peggio ancora, se la spiegazione sono la guerra, la recessione, le dogane?
In una parola, i conflitti
Viceversa, siamo dispostissimi a spendere di più per una buona causa: per il pianeta (che è diventato il primo azionista di un’azienda come Patagonia), per la ricerca, per il supporto a una fondazione. Per il benessere delle persone. Si chiama economia emotiva ed è qualcosa di molto diverso dalla guerra dei prezzi. Un biglietto per una partita di Serie A può costare 40 euro e per qualcuno valere tantissimo, per altri molto meno. Magari, se è una partita decisiva per lo scudetto e siamo tifosi, può valere dieci volte tanto.
Lo storytelling si basa molto sull’economia emotiva. E impatta tanto sul prezzo. Ma non – come pensa qualcuno erroneamente – perché prendiamo un prodotto e gli mettiamo un abito migliore, quello della festa. Succede perché, quando creiamo un prodotto e un servizio, sappiamo già quale storia lo accompagnerà e dove vorremo arrivare.
Ho scoperto un sito fighissimo
Si chiama Camicia On Demand – non mi pagano per parlarne – e offre un servizio a cui nessuno aveva mai pensato prima, partendo da una storia. Quella del businessman o dello smartworker impegnato che non ha tempo di lavare e stirare le camicie (o di portarle in lavanderia). E ancora quella di chi non vede nella camicia un possesso. Di qui, l’idea di creare un sito che offre la possibilità di una subscription. Paghi, ti mandano 11 camicie per due settimane, le restituisci, te ne danno altre in cambio e, nel frattempo, le lavano e le stirano. I prezzi sono ancora un po’ altini, ma per certe aziende lo vedrei benissimo come benefit.
A proposito di subscription
La Circle era una piattaforma di membership con una sottoscrizione in denaro. Da oggi è una piattaforma con una sottoscrizione in contenuti. L’ho spiegato così:
La Circle è lo spazio per i professionisti che vogliono apprendere, confrontarsi, condividere. È una piattaforma aperta perché abbiamo capito che i contenuti e la condivisione sono più importanti del denaro generato da una subscription. Perché la partecipazione è il vero motore de La Circle. Puoi entrare pochi minuti al giorno e leggere gli aggiornamenti o partecipare attivamente proponendo un topic, una video sessione o un corso. Non ci sono un insegnante e un allievo, ci sono persone che possono portare contributi diversi. Ognuno con i suoi tempi. La cosa bella de La Circle è che ognuno può dedicarle il tempo che ha, che si tratti di un minuto a settimana o di un’ora al giorno. Ma è partecipando che avviene la magia. Entra, scegli le tue stanze, commenta i topic preferiti, proponine nuovi. Diventa moderatore: qui leader e follower si aiutano. Non siamo sui social, non vince il narcisismo ma l’argomentazione. Sii educato/a, cerca il miglioramento, cita le fonti e non fare il bagno dopo mangiato. Non ci sono altre regole: metti in circolo la tua conoscenza.
Se ti ho convinto, puoi entrare.
Sulla questione digitale in Iran
«La bellezza, insieme all’amore, la verità e la giustizia, rappresenta un’autentica promozione spirituale. Gli uomini, le ideologie, gli Stati che dimenticheranno una sola di queste forze creatrici, non potranno indicare a nessuno il cammino della civiltà».
Lucana, di origine iraniana, Pegah Moshir Pour è nata tra i racconti del Libro dei Re e cresciuta tra i versi della Divina Commedia. Laureata alla magistrale di Ingegneria Edile-Architettura lavora come consulente tecnologica in EY. Multipotenziale, nomade culturale ed europeista con esperienze trasversali, si occupa di temi quali: cittadinanza, “ragazzi della terza cultura” ed etica digitale. Nelle scuole parla di empowerment femminile, linguaggio e digitale. Collabora con realtà culturali e istituzioni iraniane per continuare a studiare e operare attraverso la Cultura, dove popoli, lingue e tradizioni trovano un punto di incontro: per un futuro inclusivo e aperto bisogna incontrarsi.
Ci siamo conosciuti a Bari durante ABCD, a luglio, e mi ha colpito da subito il suo modo di raccontare in maniera semplice argomenti complicatissimi. Come la questione digitale in Iran, dalla censura alla scelta delle piattaforme, fino al ruolo dei social. Lo sta facendo su Instagram, dove ha scritto una bellissima lettera alle università italiane. Mi sembrava un’occasione persa non invitarla a La Masterclass del 21 e 22 ottobre a parlare proprio di questo, dopo Alice Orrù e il suo speech sul linguaggio inclusivo. (Sì, ci sono ancora 80 biglietti)
Il decalogo del Founder illuminato
Nerio Alessandri, fondatore di Technogym, ha scritto un manifesto in dieci punti spiegando come da un garage – partono in molti da un garage o da una cantina – ha creato un’azienda leggendaria. Mi sento di condividerne molti, ma soprattutto mi è venuta voglia di scriverne uno.
Le mie preferite sono, comunque: “Non smettere di imparare”, “Non sprecare il tempo”, “Le critiche servono”, “Pensa a cosa lascerai” (la legacy). Le altre le riformulerei o le renderei più mie. Anzi, non è detto che non lo faccia nei prossimi giorni.
Dovresti farlo anche tu
Io sono Cristiano Carriero, e questa è L’ho fatto a Posta. Ti auguro un buon fine settimana.
P.S. Se ti piace questa newsletter, condividila o girala a un amico o un’amica. Per me è molto importante farla conoscere!
P.P.S. Se vuoi scrivere il tuo decalogo e mandarmelo, puoi farlo via email, su WhatsApp al 3386287834 o entrare gratuitamente su La Circle e aprire la discussione lì. Non ci sono regole giuste o sbagliate, c’è la voglia di mettersi in gioco con coraggio e, al tempo stesso, con tutta la vulnerabilità che abbiamo.
Un abbraccio virtuale, in attesa di dartelo reale a Bari tra due settimane.