Mio padre ha fatto il Classico
Dove si parla di intelligenza umana vs intelligenza artificiale, di allargare il campo da gioco, di quanto odio la cassetta degli attrezzi e di quanto mi piace il Greco.
No, non è una nota di merito, ma come tutti quelli che hanno fatto il Classico ci teneva a ribadirlo. Anche perché era il sestogenito di una famiglia di sei fratelli e una sorella, figlio di un sarto e di una maestra delle elementari, e viveva in un piccolo paese della provincia di Brindisi: San Vito dei Normanni.
A San Vito il liceo non c’era. Per frequentare il liceo Classico Archita, a Taranto, mio padre doveva prendere la corriera ogni mattina alle 5 e tornare con quella del pomeriggio, per poi mettersi a studiare. Non so quante volte mi ha raccontato questa storia, ma non se ne è mai pentito. Parlo poco di lui perché l’ho perso presto, in circostanze che molti conoscono – se sei curioso, qui trovi la storia – e che non sono molto piacevoli, ma posso dire con certezza che è stato un uomo di grande cultura. Si è laureato a Bari, in Giurisprudenza, con un certo Aldo Moro, che conosceva personalmente. Andava a casa sua, prendevano il caffè, discutevano di politica.
(In questo video, realizzato per un brand di pasta pugliese, lo ricordo)
Quando ho finito le scuole medie, prendendo “Distinto”, e qui ci starebbe una citazione dal film Ovosodo – “Quella parola mi faceva venire voglia di indossare giacca e cravatta, di fumare lunghe sigarette col bocchino ed essere invitato a dei cocktails.
Distinto. Come il Principe Carlo. A parte le orecchie a sventola” –, mio padre e mia madre si sono guardati e non hanno avuto il minimo dubbio per me: liceo Classico.
Non so se avrei scelto lo stesso, ma non ho avuto granché da obiettare. Ancora oggi, li ringrazio per questo. Credo sia stata una scelta ancora più importante di quella dell’università, perché quella scuola mi ha aperto la mente e mi ha dato la possibilità di allargare a dismisura – cito Gramellini – il mio campo da gioco. Non mi dilungherò, non è una gara tra chi ha fatto una scuola e chi ne ha fatta un’altra, ci mancherebbe. Ma credo che la crisi di vocazione del Classico, sebbene i numeri vadano sempre verificati e contestualizzati, sia figlia della fretta di avere tutto e subito.
La cassetta degli attrezzi
Quella cazzo di odiosa cassetta degli attrezzi. Come se io, avendo una cassetta degli attrezzi da idraulico, diventassi improvvisamente capace di aggiustare le tubature.
E questo ce lo riportiamo nel lavoro, nell’istruzione, nella formazione. Abbiamo bisogno di sapere che tutto ciò che facciamo ci serve subito. Ma non è così che funziona. Bisogna conoscere tante cose non immediatamente utili per costruire una vita – e una professione – che abbia senso. Che abbia una visione.
In questi giorni mi gira in testa un’idea che voglio condividere con te. Perché non è mai troppo tardi per fare qualcosa di nuovo e di bello. Più il mondo diventa digital, più mi viene voglia di contatto fisico. Più si va verso il marketing, più sento il desiderio di tornare a imparare come maneggiare bene le storie. Più si va verso l’Intelligenza Artificiale, mi sono anche iscritto a un corso – UNA INTELLIGENZA ARTIFICIALE NON TI RUBERÀ IL LAVORO, MA QUALCUNO CHE SA USARE L'INTELLIGENZA ARTIFICIALE MEGLIO DI TE LO FARÀ –, più mi viene voglia di fare un corso di Intelligenza Umana. E lo farò, lo faremo, con La Content.
Sarà il nostro nuovo liceo Classico. Human Intelligence per sopravvivere all’AI
Le lezioni potrebbero essere su queste materie:
- Moda
- Ambiente
- Food & Wine
- Musica
- Economia
- Gender Equity
- Sport e cultura
- Arte e storia
- Cinema e serie TV
- Letteratura
Per ogni modulo vorrei avere un esperto/a – anzi, se ne hai da consigliarne o vuoi proporti, sono tutto orecchi – e mi piacerebbe fare dei laboratori al museo, al cinema, in una vineria. Credo fortemente che, per alzare il livello del digital, dobbiamo tornare a sapere, conoscere, approfondire. A imparare a raccontare materia per materia, come in un liceo. Solo che stavolta le materie le scelgo io.
Se ti piace, se ti iscriveresti o se vuoi darmi dei consigli, fai un fischio. Io sono Cristiano Carriero e questa è L’ho fatto a Posta, Classic edition. Fa’ buon weekend!
P.S. Domenica sono al Taste di Firenze, se sei da queste parti per lavoro, fammi sapere! Ti lascio il mio numero: 338 6287834.
Se aggiungi anche
Fumetti
Giochi da tavolo e di ruolo
all’elenco delle materie della scuola mi candido come docente 😉.
E quando partì scrivimi: s.toro@prolaw.it. Conto di iscrivermi e di portare qualche amico.
P.s. Anche per mio padre il liceo era solo classico o scientifico (io ha fatto il primo.
Sebbene sia d’accordo con quello che scrivi (la filosofia e la letteratura greca mi hanno aperto la mente e mi hanno appassionato divenuto più grande), credo la riflessione sulla scuola il generale (e sulla funzione attuale ed importante degli istituti tecnici) sia complessa.
Ok che non dobbiamo imparare solo quello che ci serve qui ed ora, ma forse nemmeno arrivare al primo lavoro a 30 con la laurea.
Life long learning e nuove skills sono la chiave per vivere nel nostro mondo