Nessun giorno sia senza ammirazione
Dove si parla di compagni di viaggio, vulnerabilità, futuro, di ombre sui muri, cartoline e della crisi delle grandi narrazioni.
Ancora tu, ma non dovevamo vederci più?
Stamattina mi sono svegliato con la voglia di scriverti.
Ancora. E voglio prenderlo come un buon segnale: finché avrò voglia di scrivere e di alzarmi un’ora prima per farlo, potrò continuare a fare questo lavoro. Dovevo fermarmi, è vero, ma che male c’è.
Devo questa breve puntata di L’ho fatto a Posta ad alcuni amici e amiche. A Nicolò e Giulio, straordinari compagni di viaggio di questo 2023. Prima ABCD, poi questo visionario tour nei paesi della Puglia. “Nicolò, vedi che quella settimana ci sono anche io a Bari! Posso venire con voi?”.
E certo, manco la bocca devi aprire*, mi fa lui.
Sono l’unico che anziché chiedere a Nicolò di portarlo in H-Farm o in Netflix, gli chiede di poter andare a Spinazzola. Ed è stato bellissimo in quella piazza strapiena, con le signore affacciate sui balconi. A parlare di futuro, riavvolgendo il nastro del passato. Cosa vuoi fare da grande, raccontando cosa siamo stati da giovani, ora che tanto giovani non siamo più.
Due buoni compagni di viaggio
Non dovrebbero lasciarsi mai
Potranno scegliere imbarchi diversi
Saranno sempre due marinai
(Francesco De Gregori, Compagni di Viaggio)
Il mio colloquio per Indesit Company a Roma, in via della Scrofa. Mi presero, ufficio Comunicazione e Immagine con la C e la I maiuscole. Fico, vado a Roma, e che sede poi! Ma quella era la sede legale. In realtà, c’era da andare a Fabriano, provincia di Ancona (solo per la cartina però, non per la geografia). E io nemmeno sapevo dove fosse Fabriano. Il mio riferimento è sempre stato il mare, da quando ero piccolo. Ok, in fondo c’è anche qui, pensai una volta arrivato ad Ancona. Poi presi quel regionale che faceva mille fermate: Castelferretti, Chiaravalle, Jesi, Castelbellino, Castelplanio, Serra San Quirico, una nenia imparata a memoria. Più andava avanti, più io mi allontanavo dal mare. E poi gallerie e verde speranza. La speranza - sbagliata - di entrare nel mondo del lavoro e non uscirne più.
E così presi quel treno, mi fottevo di paura (Gerardina Trovato, Ma non ho più la mia città)
Mia madre che mi diceva che quel posto era meraviglioso, era il suo modo per suggerirmi di non tornare perché a Bari possibilità non ce n’erano. Io che sognavo di riportare tutto a casa, ma era troppo presto. Alla fine di Fabriano mi sono innamorato, così come della Marche tutte (la mia seconda casa, per sempre). E di Bari ancora di più quando sono partito. Alla gente non piacciono le storie in cui alla fine ci si innamora di tutto. Ci vuole sempre un nemico, un cattivo, un posto brutto, ma nel mio caso un posto brutto non c’è stato**. E il mio ritorno non prevede rancore, né astio contro nessuno. Solo la voglia di poterlo scrivere e condividere.
Che diventi missione, che diventi programma, un patto per una Puglia più competitiva, una regione dove nessuno resta indietro, una meta culturale sempre in evoluzione, un luogo in cui l’importante è partecipare ma alla pari. Sentirete presto parlare del Il mare a sinistra. E non sarà solo una bella frase buttata lì.
E quindi grazie a Nicolò per aver generato in me tante domande, tanta invidia***, quella buona di cui parla Giulio Xhaet in Da Grande. Invidiate qualcuno, non limitatevi ad ammirarlo. In ogni caso con loro - anche con te Giulio - ci vediamo allo storytelling festival il 27 e 28 ottobre.
Devo ringraziare altre persone
Claudia, per esempio:
Ciao Cristiano, ieri ero all’evento a Spinazzola ed è stato davvero bello. È stato bello e ha funzionato molto semplicemente perché alla fine dell’evento, ne ho parlato ancora per quasi 2 ore durante il viaggio verso casa e credo che se continui a parlarne ancora e ancora, significa che hai/avete fatto centro. I temi affrontati sono stati molto profondi, hanno toccato molto l’anima di ognuno di noi, credo maggiormente di noi giovani. Mi sento di ringraziare te e tutti voi per la bellissima iniziativa, per i bellissimi messaggi lasciati e per aver partecipato a questo evento semplicemente perché ci credete davvero. È bello pensare che a volte le cose si facciano per il piacere di farle.
E poi Paola, Annalisa, Vanessa, Rosalinda, tutto il gruppo Fidapa, il Sindaco e l’assessore. Mi hanno finalmente regalato dei fiori. E che dire di Anna che è venuta da Taranto per sentirci parlare? E Rosa Maria che mi ha fatto commuovere quando mi ha detto “io aspetto il fine settimana per leggere la tua newsletter, mi chiudo in camera e leggo”. E io cosa ho fatto per meritare tutto questo? Sono grato.
Se oggi, ultimo mio giorno di lavoro prima di un viaggio, scrivo queste poche righe è per loro. Per il gusto di farlo come ha detto Claudia, senza voler chiedere nulla indietro. Per restituire, semmai. Per ricordarmi di quella volta che, poco prima di morire, mia madre mi ha detto all’orecchio: “È un attimo”. La vita. È un attimo. Lavoro anche per questo, non sono più disposto a sprecare tempo. Che serva a qualcosa di più grande, il mio tempo.
Non volevo intristirti. Raccontare la vulnerabilità è doveroso, in questi tempi così duri. Per questo voglio consigliarti una newsletter di una collega e amica che stimo moltissimo. Lei si chiama Natalia Pazzaglia, e il suo progetto Lasae. Se hai piacere, e se ti interessa, sta raccogliendo adesioni per un laboratorio sulla vulnerabilità.
Ma lo storytelling come sta?
Mi ha fatto molto riflettere questa considerazione di Christian Salmon, maestro.
Prima sono finite le grandi narrazioni, poi è finito lo storytelling, e ora siamo in una nuova età dove il potere delle storie dura pochissimi giorni o addirittura minuti. Personaggi con una nuova storia da raccontare salgono rapidamente nei sondaggi per poi bruciarsi pochi mesi dopo, non c'è tempo per creare narrazioni coerenti, lineari, hollywoodiane: con un inizio, uno sviluppo e una fine.
**Il pubblico, sovra-stimolato da un'offerta di storie e contenuti debordante, non ha più il tempo di seguire la trama di una storia, di seguire lo sviluppo narrativo.
Ora devo proprio andare. Prima volevo ricordarti che sarò all’Internet Festival di Pisa il 6 ottobre per parlare di fine del mondo, il 7 e 8 ottobre all’Hacking Creativity Umplugged a Bologna, ancora a Smau Milano il 19 ottobre con I segreti dei grandi narratori e che sono in arrivo i nostri corsi di scrittura in partnership con Lucy sulla cultura.
Ultimissimo appello per Imprendautori, Personal storytelling per manager, imprenditori e freelance e infine un motivo per portare il tuo team allo Storytelling Festival: venite da noi a fare team building. Anziché spendere soldi per affittare una location - l’Anche Cinema è stupendo ed ha un foyer super funzionale - e pagare 2000 euro uno speaker, venite da noi e ne troverete quindici. Meravigliosi. Avrete tutti gli spazi per il vostro team building e tante occasioni di networking e formazione. Parleremo di futuro, innovazione e sostenibilità o meglio “responsabilità” che ne è la naturale evoluzione. E poi c’è Bari, intorno. Se non sei ancora convinto o se hai domande, scrivimi a cristiano@lacontent.it, c’è anche un’offerta per te.
È tempo di andare
Abbiamo atteso la carrozza quasi un’ora, mentre uno andava a fare lo zaino, l’altro si lavava, l’altro prosciugava il bar; ma ora, da un capo all’altro, è stipata di gente allegra in tenuta estiva, il cocchiere schiocca la sua frusta e, in mezzo a molti applausi che si levano dalla porta della locanda, partiamo rumoreggiando a trotto serrato.
Robert Louis Stevenson, “Riflessioni sulla Foresta”
Da domenica sarò a Marsiglia, poi Tolosa, Avignone, Paesi Baschi fino ad arrivare nella mia Santiago de Compostela: se hai consigli sono tutto orecchie! Grazie ancora per avermi letto fino qui e mandami una cartolina del tuo luogo del cuore - o quello dove passerai le prossime settimane - su whatsapp al 338 6287834, ci tengo da morire.
Teniamoci forte. Buon agosto!
Altre newsletter belle come questa - o forse di più - nel network newsletterati
come Rosa Maria aspetto il fine settimana per leggerti.. nella semplicità sai essere illuminate.. penso ti manderò una cartolina dal mio luogo del cuore perché non sono brava con le parole quanto lo sei tu…. forse ti invido in po’ ;)
È davvero bello leggerti, Cristiano. Con la tua intensità arrivi a illuminare anche gli angoli di cuore rimasti in penombra.