Saper dire addio
Dove si parla di parole e mezzi per lasciare e per lasciare il segno. Di archetipi, di storie, della potenza della voce e dell'importanza di mettere in circolo amore e conoscenza.
Roger Federer ha annunciato il suo ritiro e L’Équipe lo ha celebrato così:
Il tennista lo ha comunicato scrivendo una lettera bellissima, che entra di diritto nella classifica delle tre più belle scritte da un atleta al proprio sport. Insieme a quella di Kobe Bryant nel 2015 e a quella di Totti, più per l’interpretazione – il primo è rito funebre di un uomo in vita – che per il testo, però.
Qui siamo davanti a un testo sontuoso. Non sappiamo se lo abbia scritto Federer o qualche bravissimo storyteller, poco importa. Il risultato lo vediamo in questo post di Instagram, il mezzo che il campione ha scelto per comunicare con i suoi fan. Quindi, di fatto, con tutto il mondo:
Quando il mio amore per il tennis è iniziato, ero un raccattapalle nella mia città natale, Basilea. Ero solito guardare i giocatori con un senso di ammirazione. Loro erano giganti per me e io avevo appena cominciato a sognare.
I miei sogni mi hanno portato a lavorare sodo e ho iniziato a credere in me stesso. Alcuni successi mi hanno dato sicurezza e ho intrapreso il più incredibile dei viaggi, che mi ha condotto a questo giorno.
Quindi vorrei dire grazie dal profondo del mio cuore a voi, a tutti quelli nel mondo che hanno aiutato a far diventare realtà il sogno di un raccattapalle svizzero. E grazie al mondo del tennis: ti amo e non ti lascerò mai.
In questa lettera ci sono tantissimi elementi di storytelling: il raccattapalle svizzero che diventa campione, il viaggio (dell’eroe, ma non solo), il sogno, il lavoro sodo, l’amore. Un tema che torna sia nella lettera di Federer sia in quelle di Kobe e di Francesco Totti, che inserisce anche la vulnerabilità.
Io ho paura.
Lettere di eroi che si scoprono antieroi. Uomini forti che mostrano le loro paure, il loro amore, i segni del tempo.
Julien Reboullet, su L’Équipe, il giornale francese che ha dedicato la più bella copertina al campione, scrive:
Se Roger Federer fosse un elemento, sarebbe l’aria. L’aria del mare aperto, dalla rassomiglianza familiare; l’aria aperta, che allo stesso tempo è intoccabile. È sempre stato in equilibrio, tra l’immensità e l’accessibilità. Come i Beatles o Leonardo da Vinci. Etereo è l’aggettivo che meglio aderisce alla sua memoria – bisognerà abituarsi ad associare la parola memoria al suo nome. È difficile essere al vertice per più di vent’anni. Ha saputo stare al passo con i tempi. Federer rimarrà per l’eternità dietro a Rafael Nadal e Novak Djokovic per numero di titoli. Ma poserà davanti a loro, e a tutti gli altri, agli occhi di chi si è innamorato del suo tennis.
Un altro elemento di storytelling da non sottovalutare: dopo aver scritto e pubblicato la lettera, Federer ha registrato e diffuso un audio. Non un video, un audio. E sai perché? Perché con parole così forti, non servivano immagini. È come se il campione dicesse: chiudi gli occhi o, se proprio vuoi, le immagini sceglile tu. Pensaci la prossima volta che ti soffermi sulla potenza del mezzo. Nulla risulta essere più forte della voce di chi deve darci un messaggio, della delicatezza e della fermezza, della misura di ogni singola parola.
Credo sia una bella lezione da tenere a mente.
Di storytelling parleremo ne La nuova Circle – qui ti regalo un post in anteprima, così puoi guardare la piattaforma – che dall’1 ottobre sarà uno spazio nuovo. Aperto, gratuito, ispirazionale. Non ci interessano i soldi delle persone, ma i loro contributi. È un valore infinitamente più prezioso. Non vogliamo rubare tempo, desideriamo che ognuno scelga il proprio ritmo e lo assecondi. Le storie non hanno fretta, le storie aspettano e sanno farsi aspettare.
Io sono Cristiano Carriero e questa è L’ho fatto a Posta.
Come alla fine della messa, ecco gli avvisi del parroco.
Il 21 e 22 ottobre c’è La Masterclass a Bari: siamo già più di 200, se vuoi unirti a noi, conoscerai i migliori speaker dello storytelling italiano. Ma non guardare tanto ai nomi, leggi i titoli degli speech e gli argomenti che abbiamo scelto.
La settimana prossima presenterò un evento dal titolo “L’unione fa la squadra” per Finlogic. Tra gli ospiti: Michele Dalai, Maurizia Cacciatori, Federico Buffa. Dialogare con loro sarà un privilegio, se ti serve un moderatore/presentatore per gli eventi della tua azienda, mi trovi qui.
Sono aperte le selezioni per La Classe, il percorso lungo che ti abilita a diventare storyteller. Una sola preghiera: porta tanta voglia di raccontare e di metterti in gioco. C’è capitato in passato di avere in aula studenti poco disposti a scrivere, a raccontare, a sporcarsi le mani. Ascoltare è una bellissima cosa, ma per imparare serve contaminarsi.
La verità è che quanto più si mette in gioco, tanto più si otterrà. Se ci si limita ad ascoltare le lezioni audio e a guardare i video, va bene, ma la vera magia avviene quando diventiamo collaboratori, insegnanti e partner. È il mantra di tutto quello che facciamo. La sensazione di rimanere indietro o di non fare abbastanza è una trappola. Ci metterò tutto me stesso per evitare che queste sensazioni ti distraggano dal fare il lavoro che conta davvero.
Scrivere. E delineare la strada.
Fai buon weekend e mandami una cartolina. Una foto e un racconto di quello che fai, di cosa stai pensando e di come ti senti. Basta poco: un messaggio WhatsApp al 3386287834. No, non disturbi. Sì, OK, va bene pure un audio. L’ha fatto anche Federer.