Tra palchi e realtà
Dove si parla di ritorno al Web Marketing Festival, della prima volta davanti al pubblico, della voglia di ascoltare la nuova generazione di professionisti. E di quanto contino fiducia e incoscienza.
“Abbiamo facce che non conosciamo
Ce le mettete voi in faccia pian piano”.
Sono quasi cinque anni che non salgo sul palco del Web Marketing Festival. L’ultima volta avevo parlato di Content Marketing. Poi per qualche anno ho preferito non partecipare – preso da altro –, mentre un anno fa la mia proposta non è stata accettata. Mi sono sentito un po’ come i Jalisse quando non passano le selezioni, ma in un mondo di finti vincenti mi piace ricordare le mie piccole e grandi bocciature.
Devo la mia prima volta su quel palco a Luca Conti. Era stato lui a chiedermi di scrivere insieme Facebook Marketing, lui a dirmi che sarei stato io a parlarne davanti al pubblico. Ci ripenso, ogni tanto. Ci vuole fortuna a incontrare sulla tua strada qualcuno che creda ciecamente in te. Il resto del mio percorso lo devo all’incoscienza. La maggior parte delle cose che so fare le ho imparate dicendo di sì, anche quando avrei dovuto dire di no. Parlare in pubblico non mi ha mai messo in particolare agitazione, quindi posso dire di essermela sempre cavata: dal TEDx allo SMAU, passando per il Beach & Love, fino ad arrivare alla Holden. Provo più piacere nell’ascoltare gli altri, ma sul palco mi sento piuttosto a mio agio.
“E abbiamo un ego da far vedere
Ad uno bravo davvero un bel po’”.
Il Web Marketing Festival ricorda un po’ Sanremo, per chi fa il mio mestiere: quelli troppo snob non vogliono andarci perché è come gareggiare insieme a gente non alla loro altezza. Poi ci sono quelli che ritrovi lì ogni anno, e magari ti chiedi cosa facciano negli altri undici mesi. Incontri quelli che una volta erano “in gara” e oggi sono “super ospiti” e, infine, quelli come me, che tornano solo quando sentono di avere la canzone giusta. È, a suo modo, molto divertente questa cosa.
Dieci anni fa circa, mi sono innamorato di Facebook e delle sue dinamiche. Ne ho scritto anche un romanzo, lo volevo chiamare appunto “L’amore ai tempi di Facebook”, poi mi sono accorto che lo aveva già fatto un altro (un talentuosissimo Mattia Carzaniga) e ho cambiato titolo. Ho studiato molto le possibilità di quel social, ho creato pagine e community, ne sono diventato uno dei più autorevoli divulgatori. A oggi, ci sono una decina di autori italiani che hanno scritto di come fare business con Facebook. Io sono uno dei dieci. Ma era una vita fa, perché poi sono arrivate le Ads, i business manager e altri tecnicismi più vicini alla matematica che all’antropologia e io mi sono innamorato di altro, per cui di quel social non ho voluto parlare né scrivere più.
Devi capire quando è il momento di scendere dal palco e di lasciarlo ad altre/i più bravi/e di te
“E poi abbiamo già chi ci porta
Fino alla prossima città
Ci mette davanti a un altro microfono
Che qualche cosa succederà”.
L’anno scorso, con la mia collega Leandra facevo una riflessione sul mondo del digital marketing. E riflettevo con lei sul fatto che per un trentenne, oggi, sia molto più complicato farsi largo. Inutile girarci intorno: noi quarantenni abbiamo avuto la fortuna di non avere un termine di paragone. Chi c’era prima di noi nel digital marketing? Nessuno. Con l’ombra di chi dovevamo confrontarci? Certo, la blogosfera aveva iniziato a lanciare talenti come Vincenzo Cosenza, Domitilla Ferrari, lo stesso Luca Conti, Gianluca Diegoli, Emanuela Ciuffoli. Ma dietro di loro si aprivano autostrade di possibilità da sfruttare. Ovviamente bisognava essere preparati, intelligenti, umili e, allo stesso tempo, un po’ incoscienti. Ma le possibilità erano tante.
Gli eventi si moltiplicavano, le persone avevano voglia di ascoltare, studiare, prendevano freneticamente appunti. Non dico che sia stato facile, ma penso proprio che oggi per un trentenne sia tremendamente complicato farsi largo. Ma forse è un problema che mi pongo solo io.
Un paio di settimane fa, a La Content Fest ho preso in disparte una delle nostre collaboratrici più giovani. Eravamo in discoteca, erano quasi le 2 di notte (d’altronde noi le Fest le facciamo per bene, mica andiamo a letto presto). Le ho detto: «Giulia, domani presenti tu l’evento». Volevo vedere che effetto facesse, per lei, parlare davanti a cento persone.
Quanto può essere importante la fiducia e quanto può darti l’incoscienza
Alle 2 di notte non puoi mica dire di no. E poi la mia non era una domanda. Giulia, ventiquattro anni, è stata brava. Così come Leandra, trent’anni, è stata brava. Lei dice che sono pazzo – nei giorni di gloria mi definisce “imprenditore illuminato” – e che non sa mai cosa aspettarsi da me. Che prima o poi la manderò davvero a Sanremo a cantare Si può dare di più senza dirle nulla prima. E la stessa cosa dice Fabrizio, che è molto più bravo di me a presentare. La verità è che ci vuole qualcuno che ti faccia andare sui palchi e qualcuno disposto a salirci con coraggio – e parlo di palchi anche in senso metaforico: si può lavorare benissimo ed essere magnifici professionisti senza fare gli speaker agli eventi.
In Rocky V, il protagonista dice al suo allievo: «Sai chi è il tuo migliore amico? Franky Fifa». Lui, Tommy, non comprende. «È la fifa. La paura. Fino a quando avrai paura, andrà tutto bene. Ma non ti deve bruciare, la paura. La devi sentire, la devi temere, la devi tenere a bada. Quando non la sentirai più, scendi dal ring».
È più o meno il fuoco sacro che mi porta a partecipare a eventi come il Web Marketing Festival. La voglia di divulgare, di condividere, di parlare di qualcosa che mi appassiona e mi muove – a proposito, parlerò di newsletter e, se per caso sei da quelle parti, ti aspetto in sala email marketing giovedì 16 alle 16.20 –, l’adrenalina di confrontarmi con tanta gente che ne sa quanto me, la paura, l’emozione.
Io mi emoziono ancora, per esempio.
“È come prima, no, si è montato
Ognuno sceglie la tua verità”.
Io sono Cristiano Carriero e questa è L’ho fatto a Posta.
P.S. Se la settimana prossima sei a Rimini, mandami un messaggio al 338 6287834, così ci prendiamo un caffè. Mi troverai spesso allo stand di Hoepli dove, tra le altre cose, presenterò il mio nuovo libro Post Social Media Era insieme a Vera Gheno, autrice della Prefazione e contributrice del volume.
P.P.S. Questa newsletter racchiude esperienze personali, citazioni e stralci di una canzone di Ligabue, Tra palco e realtà. Come diceva Orson Welles, «Il montaggio è tutto».