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Molto interessante. Credo che le chat di famiglia siano una buona idea solo quando alla base c'è una famiglia con dei componenti realmente coinvolti. Mi ritrovo a metà nel tuo racconto. Ho perso mio padre quando ne avevo 27. Anche lui soffriva di depressione pur non essendo arrivato a un gesto estremo come il suicidio. Si è lasciato andare, logorato da fumo e alcool. L'ho visto farsi inghiottire da un buco nero, me lo immagino mentre mi guarda in modo interlocutorio e poi si volta per sempre. Mia madre non ha mai saputo riempire in qualche modo degli spazi rimasti per forza di cose vuoti. Che fossero di rabbia, di dolore, di sofferenza. Vive ancora ma si tiene tutto dentro, sbarrando lo sguardo e mordendosi le labbra quando spunta il nome di mio padre in qualche discorso. Io e mio fratello non ci siamo mai capiti, probabilmente divisi da una differenza di età troppo grande e mentalità diverse. No, credo proprio che la chat di famiglia non faccia per me. Ma grazie per il tuo racconto Cristiano :)

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Ciao Nicola, infatti anche io ho trovato la serenità nella chat di una famiglia acquisita. Con la mia non credo sarebbe stato possibile. Grazie per aver condiviso con me - con noi - la tua storia.

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Verissimo Domenico, hai detto bene. È uno storytelling in gran parte filtrato dal concetto "non li facciamo preoccupare, va tutto bene".

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