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Jan 13Liked by cristiano carriero

Ciao Cristiano, sabato e domenica prossima sarò a Bari. Disponibile se puoi per un caffè insieme.

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Questo commento nasce con un errore... dopo 5 minuti che stavo scrivendo ho schiacciato il tasto sbagliato e si è cancellato tutto. Quindi resetto veramente tutto e dico solo che ci si vede a Bari in ottobre. Per ora, solo grazie

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Ciao Cristiano, ho cominciato il mio lunedì e la mia settimana con la tua newsletter e, considerando il cielo artico che mi induce l'umore di una giornata post bellica a Sarajevo, la newsletter è stata particolarmente utile nel miglioramento generale del mio stato mentale. Adoro il tuo sentirti barese in modo atipico e confesso che da molfettese (quindi da barese di provincia) sono anche io condannata dalla lettera scarlatta di non mangiatrice di frutti di mare. Mi hai fatto riflettere parlando di nuovi influencer e in fondo di un nuovo modo di concepire il lavoro stesso. Perché nel mio piccolo mi sto costruendo un'identità nuova, lentissima da creare e ancora difficile da spiegare, ed è incoraggiante non sentirsi indietro rispetto a chi è già da secoli incasellato in un lavoro fisso, ma forse viceversa essere un po' più avanti ancora, un po' più in là. E per la domanda: ci ho pensato per tanto, ci credi? E penso che vorrei tutto il mio diritto ai silenzi e alle pause se mi avessero chiesto: "Cosa costa restare invece di andare?". Ne è valsa la pena?, mi farei aggiungere. E forse, spoiler alert, la maggior parte delle giornate risponderei sempre di sì. Grazie di questo raggio di sole di inizio settimana. Verdiana

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Questa newsletter mi ha cambiato il weekend, con due voci.

1. La tua: sono ore che penso a quale domanda vorrei che mi facessero, anche perché sto davvero preparando interviste-interventi e, siccome non me la faranno, me la farò da sola: "Come si scopre il proprio talento?"

2. La voce di Baricco: un concentrato narrativo così è una droga, sia per i contenuti delle riflessioni sia per la bellezza degli scambi tra i due. Quando è finito, mi è mancato. E ho desiderato di essere là a mangiare il ragù.

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Ciao Cristiano, chissà perché in questo inizio anno siamo in tanti ad aver iniziato con il tema degli influencer, e la cosa più bella è che a nessuno di noi è interessato trattare dell'affare di stato. 😄 Comunque anche io sono un napoletano che ha imparato la sua lingua per sopravvivenza visto che fino alle medie ero in grado di parlare solo italiano e venivo preso in giro per questo: ti rendi conto? Ma oggi non potrei essere più contento, la mia lingua è la mia identità e se avessi un figlio farei esattamente quello che tua mamma ha fatto con te. Non mi definirei però mai un napoletano atipico, anche se anche io non vado pazzo per la cucina di mare e - sacrilegio! - detesto il calcio: quella è l'espressione che purtroppo utilizzano nei confronti della mia gente quelli che si aspettano tutto il male possibile da noi e si trovano invece di fronte persone che non sono l'incarnazione di uno stereotipo negativo... e magari pensano pure di farci un complimento, dicendocelo! La realtà è che siamo tutti atipici, perché ognuno di noi è unico. 🙂 Un abbraccio e buon anno!

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